Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
“Assistere a presidenti di seggio che nella notte portano timbri e matite dalle sezioni elettorali al Municipio è sconcertante. Vogliamo chiarezza su questo caso”. Così a parlare è Ferdinando Pulitanò, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. Riferendosi al caso di San Possidonio, dove “tre presidenti di seggio sono tornati alla sezione elettorale, hanno preso timbri e matite e le hanno portate presso il Municipio. Come se niente fosse, poi, il giorno seguente, sono andati a riprenderli poco prima delle 14 per l’inizio dello spoglio in vista delle amministrative”. Pulitanò ha per questo manifestato l’intenzione di depositare “un esposto alla Prefettura per cercare di comprendere se ci siano responsabilità amministrative e se questo sia un modus operandi accettabile”.
Per evitare ogni dubbio, tutto quanto virgolettato è preso dal comunicato stampa di Pulitanò, al quale è da riferire ogni questione attinente la veridicità dei fatti.
Ma se vero o meno quanto riportato, è comunque tutto inutile. Perché Pulitanò, come il di lui referente Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di FdI, dimostrano di non conoscere affatto i meccanismi elettorali, la normativa e soprattutto la giurisprudenza che c’è dietro alla complessa macchina elettorale. Perché casi come questi sono ampiamente stati trattati, negli anni, da TAR e dal Consiglio di Stato. E per giurisprudenza concorde, anche in casi come questo di mancato rispetto di alcuni formalismi, il ricorso viene respinto perché non ha alcuna prevalenza sul risultato elettorale, se non c’è prova provata che la sostanza delle elezioni sia stata dolosamente falsata. Quest’anno, poi, alcuni passaggi dei manuali e delle direttive della prefettura parevano indicare (a nostro avviso erroneamente) di riportare davvero i timbri in Comune dopo lo spoglio delle Europee. Tanto per chiarire quanto sia complessa la normativa e la procedura elettorale e quanto sia nelle mani dell’interpretazione autentica e della preparazione dei presidenti.
Va poi detto che se noi fossimo nel Segretario comunale e nei presidenti accusati, anche in modo velato, di brogli elettorali, specie se in presenza di errori formali commessi in buona fede e di elezioni perse per un abisso di voti, saremmo noi i primi a denunciare chiunque mettesse in dubbio la nostra integrità.
Detto questo sarebbe più opportuno che Pulitanò e Barcaiuolo, invece di attaccarsi a queste inutili scusanti, spiegassero come mai il loro candidato Donato Bergamini, per l’ennesima volta, abbia perso così malamente, nonostante la prevalenza del centrodestra alle europee e nonostante la sinistra si sia divisa addirittura in due liste. Prendendo 300 voti in meno alle comunali rispetto alle europee, su un comune piccolo come San Possidonio dove tutti si conoscono. Il fatto è che la stessa cosa è accaduta nel 2019, quando lo stesso Bergamini prese oltre 200 voti in meno alle comunali rispetto alle europee. Come è accaduta nelle elezioni precedenti. Se Pulitanò e Barcaiuolo, con i vari maggiorenti di Modena, invece di voler piantare bandierine in ogni comune provassero a ragionare su candidature locali fatte per vincere, consultando davvero il territorio, magari non avrebbero poi bisogno di accampare scuse per giustificare le clamorose sconfitte.
Roberto Benatti
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>