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Sant'Agostino: etica, percorsi partecipativi, lobby e protocolli di qualità

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Il progetto del futuro Polo culturale della città, il Sant'AgostinoàEstense, data l'importanza dovrebbe essere all'ordine del giorno della pubblica opinione e del dibattito politico, ad alto tenore si intende, in quanto si tratta di Polis per la Cultura. Invece? Il silenzio è d'uopo-d'oro. E la Cultura 蔦 del posto al sole


Sant'Agostino: etica, percorsi partecipativi, lobby e protocolli di qualità
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L’ultima novità temporale è la conferma ufficiale a direttrice della Fondazione Modena Arti Visive della dottoressa Diana Baldon. Il nuovo soggetto dell’immagine figurativa nato dalla fusione della Galleria Civica comunale, che vanta una storia più che importante nell’ambito del panorama dell’arte contemporanea, di riconosciuta fama nazionale e internazionale, del Museo della Figurina, un unicum del suo genere dalle enormi potenzialità ancora in parte da esplorare, e della Fondazione Fotografia, dalla collezione autoriale, (ente strutturale della casa madre) quest’ultima da lei già capitanata dal mese di maggio. Siamo sulla strada del rinnovamento (forse?), sarà di sicuro molto stimolante far parte e contribuire con le proprie visioni e competenze a un progetto culturale di tale portata. Complimenti per la nomina dott.ssa Baldon, e tanti auguri di buon lavoro.

Quel nostro forse tra parentesi, è perché non ci convince del tutto come è stata condotta in porto l’operazione.

Una lenta cottura a bagnomaria: la Civica è stata tenuta di proposito senza guida per tre anni, nell’apatia cittadina quasi totale!

Altro fatto sconcertante è quanto poco l’ente pubblico abbia fatto pesare il “peso specifico” che porta in dote e che eleva e fregia di seguito il… socio. Una investitura anticipata e unilaterale, con un bando ad evidenza pubblica ancora in essere, con tre colleghe in attesa del responso, e insomma, l’agire come si è fatto… proprio una carineria nei loro confronti non è stata.

Dove a parole si ripete che la governance sarà e resterà pubblica, mentre non lo è più. Lo prova la stessa rappresentanza del suo CdA: nessun consigliere è un addetto ai lavori, esperto in arti figurative, (ad esempio nel CdA di Fotografia Europea di Reggio Emilia sono presenti Walter Guadagnini già direttore della Civica e Marco Belpoliti, uno dei critici d’arte più rilevanti del panorama italiano), mentre ci sarebbe stato solo l’imbarazzo a sceglierlo sulla piazza nazionale e internazionale.

Poi è lo stesso statuto in sé, che ci fa capire che si è alla certificazione e dismissione della cosa pubblica, e questa prima confluenza tra il pubblico-privato è solo l’antipasto; seguirà, a tempo debito, in quanto logica conseguenza, anche la privatizzazione dei Musei Civici.

Ma facciamo un sostanzioso passo indietro fino allo scorso 6 settembre, il giorno famoso dell’audizione, nel segreto del confessionale, dei soggetti portatori di interessi diffusi, alla Conferenza dei servizi che ha in oggetto il: Procedimento di Accordo di Programma in variante alla pianificazione urbanistica ai sensi dell'articolo 40 legge regionale 20/2000 e dell'articolo 34 D.Lgs. 267/2000. Programma di Riqualificazione Urbana (PRU) 'Complesso dell'Ex Ospedale Sant'Agostino' in Variante al Piano Operativo Comunale (POC). Varianti al Piano Strutturale Comunale (PSC) e al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE).

Sono tutti noti e pubblici i quattro pareri o contributi portati in quella sede, da Italia Nostra e dagli Amici del Sant’Agostino, che hanno detto a voce il loro pensiero già in passato ampiamente divulgato entrando nel merito dei contenuti. É noto quello di Rete Imprese Italia, riportato il giorno dopo dalla stampa “ … che é sostanzialmente un invito a fare presto e fissare tempi certi per la realizzazione …”

Interessantissimo il contenuto dell’audizione della Presidente dell’Ordine degli Architetti, che può valere la pena ripercorrerne alcuni aspetti salienti.

La sua prima raccomandazione, più che condivisibile e apprezzabile, indica che “….. la riqualificazione degli spazi di connessione, con particolare riferimento alla Piazza, .... potrà essere oggetto di specifico Concorso di Progettazione aperto e …. che il progetto nel suo insieme segua le linee del restauro sostenibile applicando un protocollo di qualità (LEED?? GBC italia Historic Buildiling) in tutte le sue fasi” *. 

Ci preme sottolineare che l’accento posto oggi sul da farsi in futuro non è minimamente in contraddizione con i principi di tutela dei beni culturali, storici e monumentali come è interamente l’intero comparto dell’ex Ospedale Sant’Agostino.

Ora, potrebbe essere il caso di osservare che, com'è noto, la Presidente dell’Ordine degli Architetti è molto impegnata e su molti fronti. Siede nel Consiglio d’Indirizzo della Fondazione CRdMO. Con il proprio studio associato è nel raggruppamento temporaneo d’impresa che ha vinto il bando dell’ex Amcm, che é essere presente in Politecnica, capo fila col progetto del Sant’Agostino-Estense, che è raddoppiato con il piano stralcio cultura delle “ Terre Ducate Estensi”.

Un primo assaggio di questo piano di lavori e lancio sia del brand che del cantiere estense, c’è stato venerdì 13 a Sestola con il convegno dal titolo “Nuovi progetti per il Forte Estense di Sestola”.

Tutti i sopracitati impegni, ci pongono alcuni interrogativi ed allora, rispettosamente, vorremmo chiedere, in primis al Presidente della Fondazione CRdMO (che é il soggetto proponente per il Sant’Agostino) se possano essere considerati, diciamo così, pienamente 'opportuni' e ragionevoli tutti i suggerimenti (senza dubbio disinteressati) della Presidente dell’Ordine degli Architetti che, allo stesso tempo, é anche rappresentante e componente autorevole della stessa Fondazione.

Sempre rispettosamente, si gradirebbe conoscere il parere dell’assessore Giacobazzi, che ci risulta fresco della nomina a Presidente dell’Ordine degli Ingegneri e che è stato di Politecnica il Presidente per un trentennio. Magari, chissà, i pareri sono discordanti? Oppure c’è qualcuno che ha già deciso che il sistema di autocertificazione LEED-GBC sarà quello richiesto in caso di gara?

Le strade possibili a questo punto potrebbero essere:

  • Fare una commissione ad hoc per scegliere il metodo di autocertificazione. Nel qual caso sarebbe più che opportuno che chi si sia già espresso per “delicatezza”, non ne facesse parte

  • Lanciare un bando senza precondizioni

Per i moltissimi che sono a digiuno di protocolli e metodi di autocertificazione di qualità, siamo a segnalare che ne esistono molti altri nel mondo ed in Europa e che in tutto ne sono stati contabilizzati circa un migliaio. Quelli più noti sono:

CEEQUAL – BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) il primo metodo di autocertificazione risalente agli anni 90.

CASBEE (Comprehensive Assessment System for Built Environment Efficiency) 

CASCADIA Cascadia Region Green Building Council CRGBC- . Living Building Challenge)

OPEN HOUSE ( The European Open Building Sustainability Assessment Method)

Green Globe ( Green Building Initiative - Guiding Building Principles Compliance Assessments)

ZOFNASS Rating System for Infrastructure sustainability.

Tenuto conto che all’interno del quadro normativo esistente non risulta essere obbligatoria l’autocertificazione di qualità, forse l'averla già indicata con così largo anticipo, per giunta durante un’audizione per acquisire pareri e contributi di natura propositiva per la Conferenza dei Servizi (che in origine doveva essere, secretata) per il solo il metodo LEED-GBC ITALIAfrenerebbe di molto la partecipazione di altrettanto valenti professionisti anche in raggruppamenti temporanei d’impresa appartenenti all’Unione Europea, probabilmente invalidando così il bando sin dall’inizio.

Purtroppo ci pare di capire che qualche “conflitto di interesse” unita alla duplicità di ruoli e compresenze non si sa quanto opportune in seno alla Fondazione da tempo ce ne siano diversi e quest’ultimo è davvero plasticamente evidente. E sarebbe increscioso se tollerato, apparendo quest’ultimo fatto più come uno scadimento dell’attività di rappresentanza corporativa di un ordine professionale. Tale da minare la credibilità sulla gestione di una massa di danaro (pubblico) così ingente. La comunità intera e non solo quella di architetti ed ingegneri senz’altro ne sarebbero più sollevati se tali modalità di rappresentanza praticate da elementi del consiglio di Fondazione CRMo che al contempo ricoprono il ruolo di Presidente di un ordine fosse censurato.

L’ultimo vagito, così è parso anche il richiamo attraverso un’interrogazione in consiglio comunale sul possibile futuro e compresenza, sempre al Polo del Sant’Agostino, del Cinema d’Essay. Del tutto dimentichi che forse va potenziato dove presente, al Santa Chiara ad esempio. Oltre che doverosamente da ulteriormente svilupparsi in sinergia con la maggiore arte performativa teatrale, all’ex Amcm, dalla quale il cinema è una derivazione, attraverso l’interazione con una didattica specifica di educazione e formazione specializzata che spazi tra la recitazione, regia, scenografia, montaggio, costumi, musica e ingegneria del suono; insomma connessioni obbligate con l’Università da una parte e dall’altra con l’Istituto Superiore Vecchi-Tonelli, ma financo con il nuovissimo Polo del Fashion System di Carpi; e alla filiera professionale che di converso si abbinerà e scaturirà da tale sistema creativo e artistico, una produzione innovativa rivolta ai giovani, ad artigiani e creatori motivati, alla comunità tutta, che incentivi la socialità, che genera valore sociale che si traduce in valore economico.

Proseguendo nelle riflessioni, ci disorienta inoltre il riferimento “…. sulla qualità della rigenerazione delle grandi emergenze storico??monumentali della Città”… , non c’è nessuna emergenza in corso per quanto attiene il Sant’Agostino, non stiamo parlando della Lambda o dell’Erre nord; e paragonare la futura operazione e gli auspicati indotti “… al noto caso della città di Bilbao e gli effetti indotti dal progetto di Frank O. Gehry” , è un confronto a parer nostro non pertinente, in quanto Bilbao, città dell’acciaio in forte declino industriale, prima si è proceduto a rivoltarla come un guanto, e poi infine, dopo un decennio di strategia condivisa dove la municipalità riunì attorno a tavoli partecipati e tematici addirittura dei premi Nobel, cosa di cui a Modena non vi é traccia, poi è intervenuta non su qualcosa di esistente e storicizzato dai secoli, ma ex novo. E restando in casa nostra basta paragonare il percorso partecipativo del Sant’Agostino, che ha visto solo tre uomini, Ministro, Sindaco e Presidente della FCRdMO, chiusi in una stanza, predisporre un progetto da 'far approvare', con quello presentato domenica 1 ottobre sulla “Strategia complessiva di gestione per le Dolomiti2040” nell’ambito del workshop dedicato a tali processi nella gestione dei beni patrimoni mondiali dell’umanità. In quest'ultimo caso, fin nel suo materiale pubblicitario, non poteva sfuggire l'abbondanza di termini quali 'percorso partecipativo', per una programmazione e gestione condivisa con la Comunità.

Scorrendo ancora la memoria propositiva, meriterebbe una precisazione il punto sulla contrapposizione ideologica tra i “demolitori” e coloro che considerano intoccabile qualunque preesistenza, per osservare che, in questi ultimi anni, per la cronaca, fra gli unici a demolire, a far macerie, ha avuto il posto d'onore, fino a ieri l’altro, l’Amministrazione Comunale:

  • nel 2010 con la Palazzina dell’ex AMCM opera di Vinicio Vecchi e della rimessa dei tram (fatta demolire nottetempo contro il vigente strumento urbanistico, anticipando, forse intenzionalmente (?) il pronunciamento del TAR)

  • la realizzazione del parcheggio interrato di Piazza d’Armi oggi “Novi Ark” e l’incuria soprastante imperante, con il conseguente regalo dell'amministrazione comunale alla società Modena Parcheggi. Ma la cosa peggiore è che non si è tenuto conto di un risultato eclatante, molto diseducativo, non proprio l’ideale come companatico per la vicinanza a un luogo per antonomasia del “sapere”, la Facoltà Universitaria di Economia e Commercio. Poi perdente, oltre a risultare anacronistico, perché da incentivare non sarebbe l’utilizzo dell’auto, ma un tipo di mobilità diversa e più sostenibile. Il fatto di essere una delle città più inquinate a livello europeo, unito inoltre ai cambiamenti climatici in atto, già molto evidenti anche nei nostri territori, da molti anni a questa parte, avrebbero dovuto indirizzare già gli amministratori verso scelte volte alla mitigazione dei fenomeni

  • ancora l'anno scorso, con la polverizzazione delle Grafiche ARBE, sempre dell’architetto Vecchi, mentre, in seconda battuta, arrivava l’informazione al Consiglio Comunale sul riconoscimento di alta qualità stilisticaarchitettonica dell’edificio, già censito dall’Istituto beni culturali della Regione. E mentre, lo stesso Ordine degli Architetti si pronunciava sulla questione in maniera critica, con un «No all’abbattimento»; ( La Gazzetta 10.06.16)

  • Infine, se la Conferenza dei Servizi (come affermato dall’assessora Vandelli) 'non deve essere un palcoscenico' per il progetto del Polo Sant’ Agostino–Estense, né per i politici né per i soggetti portatori di interessi diffusi, evidentemente riferendosi ai soggetti recentemente auditi, pare innegabile che la memoria predisposta per l’occasione dall’Ordine degli Architetti rischi di apparire più come futura prenotazione, per l’appunto, di un posto di rilievo in quella ribalta, che non un contributo di merito.
    Franca Giordano


Redazione Pressa
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