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Di solito sto molto attento a quello che succede in giro per la Città. Lo faccio anche perché non mi piace essere preso in contropiede e trovarmi di fronte a sorprese impreviste.
Ma sembra proprio, però, che stavolta non sia riuscito nel mio intento e che 'una situazione' che si sta creando davanti ai miei occhi, non solo non l'avessi prevista, ma addirittura l'avessi ritenuta impraticabile e impossibile.
In questi giorni, stavo giusto concludendo un mio 'editoriale' sul tema dalla partecipazione dei Cittadini alla vita della loro Comunità, e perseguivo l'ambizioso compito di descrivere, passo passo, tutto ciò che l'ha ostacolata, impedita fino renderla inutile, quando, nei giorni scorsi, sia all'incontro dei Comitati per l'Ambiente, che, via via, seguendo le loro esponenziali attività, mi sono trovato 'dentro' ad una realtà imprevista.
Chi mi conosce sa che uno dei miei chiodi fissi, dopo tantissimi anni di vita all'interno di diverse Associazioni cittadine é quello di rammaricarmi dei tanti mancati interventi che l'Amministrazione comunale si è ben guardata dal promuovere per facilitare l'esistenza e la vita delle tante reti associative operanti in Città, nonostante sia tuttora vigente un Regolamento comunale che lo impegnerebbe a farlo, dal momento che non perde occasione per riconoscerne (a parole) l'utilità ed i meriti.
Nel corso degli ultimi anni, ogni Assessore subentrante (tanto per non far nomi: Boschini, Alperoli, Poggi, Cavazza, oogi Bosi) ha fatto del suo meglio per mettere i bastoni fra le ruote all'esistenza, ad esempio, dell'unico Organo della loro rappresentanza, le Consulte delle Forme Associative, le cui esistenze e compiti sono ben contemplate e definite nel citato Regolamento, ripeto, tuttora vigente.
Oggi, di fatto, le Consulte sono al lumicino, tenute 'sospese' in attesa di una revisione regolamentare, condivisa anche da chi scrive e vede gli oggettivi limiti del passato, che, però, é fra gli odg in attesa di essere discussi dalla Commissione consiliare agli Affari Generali e Istituzionali, a quel che mi risulta, da almeno 15 anni.
Lo scopo evidente di questo ritardo non può essere altro che la volontà di mantenere in stallo tutte le progettualità associative, almeno di quelle che non siano direttamente organiche e funzionali (taluno dice 'asservite') agli interessi ed alle volontà dell'Amministrazione.
Quella stessa Amministrazione che, però, utilizza a piene mani le loro attività associative, purché 'non alzino la testa'.
Avendo contribuito per compito istituzionale, ormai un trentennio fa, alla stesura del 'vecchio' Regolamento, credo di conoscere abbastanza bene l'argomento e per questo provo da anni a far maturare, nei diversi Assessori coi quali ho avuto modo di rapportarmi, la consapevolezza che sarebbe assolutamente necessario che si facessero carico del problema. e che, nell'esclusivo interesse dell'intera Comunità, dovrebbero evitare di rinunciare a quell'immenso patrimonio di esperienze, di conoscenze e di energie'
Nulla di nulla, anzi, sempre peggio.
Prevale la preoccupazione di 'trovarsi gente fra i piedi' e, per di più 'gente capace e preparata' .. difficilmente condizionabile.
Ma torno alla sorpresa. Proprio quando, ormai demoralizzato, mi ero deciso a mettere per iscritto la storia di questo mio fallimento, mi si é parata davanti agli occhi una 'situazione che mi sta mettendo nelle condizioni di cambiare ottica, prospettive, aspettative e strategie.
Cos'é successo? La Città sta vivendo il 'problema' del suo inquinamento, come tutti sappiamo.
Del tutto evidentemente, molte Associazioni, in questo caso quelle ambientaliste, non sono state in grado di osservare, comprendere, interpretare questa situazione, e non hanno saputo valutare né tanto meno rappresentare l'insorgere spontaneo di preoccupazioni, di opinioni e necessità che erano rimaste latenti, ma che, all'atto della loro 'emersione' si sono e si stanno dimostrando prepotentemente efficaci.
Altrettanto evidentemente, tutte queste 'energie' hanno scelto di non incanalarsi nell'associazionismo già presente oggi, forse perché non lo ha ritenuto sufficientemente affidabile o perché ne ha ritenuto inadeguate le attività (informative, organizzative e dialogiche con le Istituzioni (e forse anche peggio.). Al contrario, hanno scelto di creare Comitati tematici, nuovi ed innovativi, autonomi quanto trasversali alle opinioni politiche.
Qualche esempio di questa scelta lo si era già visto con precedenti Comitati (quello del Tempio, ad esempio) ed anche con un associazionismo poco 'definito' (quello degli Amici del Sant'Agostino, sempre ad esempio) ma non vi e dubbio che, sia la centralità degli argomenti affrontati (la preoccupazione per l'inquinamento é ormai di tutti), sia l'ottica multi-tematica ad ampio spettro che hanno adottata, sia l'utilizzo massiccio di metodologie di comunicazione e di aggregazione che sono oggettivamente diverse ed innovative, hanno creato le condizioni per riscontrare adesioni e sostegni di grande significatività.
Sarà molto difficile che la Politica e l'Amministrazione possano riuscite a sottrarsi dal mettersi al loro ascolto, in modo dialogico. E, forse, anzi, certamente, si troverà ad affrontare una situazione molto, ma molto meno 'gestibile' che non quella delle Consulte associative.
Poi, se 'questi' nuovi Comitati, evidentemente differenti dai precedenti, che erano troppo settorializzati e finalizzati ad interessi di parte, vorranno, proveranno e sapranno 'coniugarsi' in un concreto progetto (ed azione) politico... si vedrà. Ma questa sarà un'altra storia.
Giovanni Finali