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Scuola media, bamboccioni crescono

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Francamente: in Italia solo il 30% dei ragazzini torna a casa da scuola da solo, nel resto d'Europa si arriva al 90%


Scuola media, bamboccioni crescono
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Nei giorni scorsi il TAR del Friuli Venezia Giulia ha annullato la bocciatura di un ragazzo di terza media, perché il padre separato con affidamento congiunto del figlio non era stato informato della preoccupante situazione scolastica dello stesso. Che dire? Preferisco non commentare…

 IL RITIRO DEGLI ALUNNI ALL’USCITA DI SCUOLA: UN PROBLEMA VECCHIO

Ma veniamo al tema di oggi. Facciamo una breve premessa:  in Italia solo il 30% dei ragazzini torna a casa da scuola da solo, nel resto d’Europa si arriva al 90%! Il recente dibattito sulla uscita degli alunni dalle scuole, sa di vecchio e stucchevole e non c’era certo bisogno di una sentenza della Cassazione o delle precisazioni del ministro perchè le scuole ne fossero consapevoli.  Sono ormai più di dieci anni che le scuole primarie hanno recepito diverse sentenze volte a far sì che gli alunni, all’uscita della scuola, vengano accolti da un genitore o un maggiorenne appositamente delegato.

 Ma perché si è arrivati a questo?

IL CODICE CIVILE E QUELLO PENALE SONO CHIARI

Siamo seri, la colpa non è di qualche fantomatica circolare o di qualche sentenza di un giudice “cattivo”; il nocciolo della questione sta tutto lì, nei codicI; ecco cosa recita quello civile: “ I precettori… .. sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza”. Ed ecco il codice penale: “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici e della quale abbia la custodia, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. La pena è della reclusione da uno a sei anni se dal fatto deriva una lesione personale ed è da tre a otto anni se ne deriva la morte. Le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal tutore.

”  E poi ci sono i risarcimenti dei danni… Questo ovviamente, si applica alla scuola; infatti gli insegnanti sono responsabili dei loro alunni per il tempo in cui li hanno in custodia, ma poi non li possono abbandonare al termine del servizio, dovendoli consegnare ad un altro maggiorenne che se ne prenda la responsabilità. Ed ecco quindi il problema che non riguarda l’entrata a scuola, bensì solo l’uscita. Come venirne fuori?

CI SONO SOLUZIONI?

Ora tutti cercano soluzioni, ma c’è stato chi ci ha provato negli anni scorsi; infatti, esattamente 17 luglio 2013, nella scorsa legislatura, era stato presentato un Disegno di legge, Atto Senato n. 325, in materia di vigilanza sugli studenti durante l'uscita dalla scuola. Tale disegno, presentato da parlamentari della Lega Nord intendeva intervenire sulla materia, mettendo in capo al regolamento di istituto le modalità di uscita degli alunni ed esentava comunque gli insegnanti da ogni responsabilità.  Forse non era la soluzione più appropriata (la scuola non veniva esentata da responsabilità), comunque non se ne è fatto nulla. Ora la ministra Fedeli dice che i genitori dovranno rassegnarsi e che i nonni saranno felicissimi di svolgere questa funzione; forse si dimentica che, dopo la legge Fornero, con la pensione verso i settanta anni, i nonni forse non potranno più occuparsi dell’accompagnamento dei nipoti; e poi, subito dopo, quasi pentita, dice che occorre un provvedimento urgente, come se il problema fosse uscito al momento. Di par suo, anche Renzi, sempre attento agli umori del “popolo”, invoca una legge in tempi brevi.

 Molti, oggi, si trappano le vesti, ma in passato non hanno mosso un dito per risolvere il problema.  E così siamo da capo. Qualche anno fa, un ministro aveva definito i giovani italiano dei bamboccioni; ebbene, se fin da piccoli li trattiamo da bamboccini, il risultato sarà sicuro.  Ma questo è il paese dello scaricabarile, in cui quasi ogni giorno si scopre l’acqua calda.

 Franco Fondriest


Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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