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L'ex sindaco comunista di Venezia Cacciari, l'ex direttore dell'Unità Sansonetti, il commentatore televisivo Rampini e altri come D'Alema e Bersani (che sono usciti addirittura dal partito fondandone un altro) lo vanno dicendo da tempo: il Pd non è o non è più un partito di sinistra perchè troppo legato ai poteri forti, alla grande finanza, al mondo economico rappresentato dalle banche e dalle cooperative. Adesso lo dice anche Lanfranco Turci, già deputato del Pci, già presidente della Regione Emilia e già presidente della potente Lega nazionale delle cooperative rosse che, senza mezze misure, annuncia di non votare per questo Pd, ma di guardare con maggiore fiducia ai 5Stelle e alla Unione Popolare di De Magistris.
“Vengo dalla esperienza del comunismo emiliano – ha detto - che ha creato in quegli anni un sicuro stato sociale col Pci, con la Lega delle cooperative e con un forte sindacato.
Oggi vedo invece un Pd legato alla finanza, al mondo delle banche e alla cultura globalista e neoliberista, insomma al capitalismo finanziario”.
Queste inattese affermazioni di Lanfranco Turci sono contenute in una intervista rilasciata a Raffaele Marmo del Carlino che hanno creato sgomento e preoccupazione nel vertice del Pd modenese e all'interno delle giunte comunali di sinistra per i possibili contraccolpi elettorali negativi visto il passato, la notorietà e l'influenza di Turci nell'elettorato post comunista modenese.
Turci ha anche spiegato di avere pensato per il Pci di allora, negli anni '80, ad una possibile 'svolta socialdemocratica' dopo che il segretario Berlinguer aveva rotto con l'Urss “perchè – diceva - aveva perso la spinta propulsiva e che si sentiva maggiormente sicuro sotto l'ombrello della Nato piuttosto che sotto quello di Varsavia dominato dall'Urss”.
Ma quella svolta socialdemocratica Berlinguer non ebbe il coraggio o la lungimiranza di farla, come viceversa fece nel dopoguerra Willy Brandt in Germania.
“Quelli che mi accusavano nel partito di avere abbracciato l'ideale socialdemocratico, come ad esempio D'Alema, me li sono poi trovati alla mia destra, più liberali di me, anche se Berlinguer non attuò negli anni '83 e '84 quella svolta”. Svolta che non ebbe il coraggio di compiere nemmeno Occhetto nel 1989, alla Bolognina, nonostante che nel frattempo fosse crollato il Muro di Berlino e con esso il comunismo internazionale.
Della necessità di quella 'svolta' del suo partito (con relativo cambio di nome) parlò invece coraggiosamente a Modena Werther Cigarini, ex sindaco di Carpi e segretario provinciale del Pci, nel 1985, anticipando il suo segretario nazionale Occhetto che arrivò alla stessa conclusione ma solo nel 1989. Ma questa è un’altra storia.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>