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Pur volendolo banalizzare, uno dei sacrosanti principi che sono a premessa dell'avvio di ogni tipo di guarigione è la presa di coscienza dell'esistenza della malattia. Che, tradotto in soldoni, per come l'ho potuto constatare anch'io, più e più volte, nel mio percorso personale e professionale, vuol dire che, se manca, oppure se è solo marginale la consapevolezza di essere ammalati e 'in difficoltà' ... è assai difficile che si possa intraprendere la ricerca ed il perseguimento delle soluzioni ai propri guai. La giusta terapia, insomma.
Questo principio vale per quanto ha a che fare con la salute, sia fisica che mentale, dove trova ampissima dimostrazione e vale anche per ogni altro tipo di situazione che l'esistenza stessa può contemplare. Quindi anche per le questioni che hanno a che fare con la politica. Un esempio.
Non è un mistero per nessuno che la fase di 'entusiasmante' riscontro (anche elettorale) che il Mov.5stelle ha vissuto nel primo periodo dello scorso anno stia attraversando un periodo, diciamo così, un pò più spento.
Ci prova e riprova il capelluto ministro Toninelli a richiamarci a quello stato d'animo ... ma con esiti più comici che altro. Più 'seriamente', almeno nelle intenzioni, anche il ministro Di Maio cerca di approdare a delle giustificazioni che possano render conto della debacle del movimento che é nelle sue mani (con quelle di Casaleggio jr.). Invoca, a questo proposito, l'insufficiente e problematico radicamento territoriale della sua militanza e si sforza per far sì che si possa pensare che ne sia responsabile e colpevole la mancanza di un valido e fidato assetto organizzativo che lo governi (alla creazione del quale, però, fin qui si è opposto).
Per di più, rinvigorendo quella vecchia prassi che, prima che sua (e dei suoi tanti emuli) era stata delle decine e decine di esponenti dei partiti delle prime due repubbliche, evita accuratamente di proporre a se stesso ed al suo movimento di compiere e sviluppare un'attenta analisi delle cause del declino.
Al contrario, ed ancor peggio, si sforza di negare gli insuccessi che i recenti esiti elettorali regionali hanno evidenziato e che si vedono anche foderando gli occhi del famoso prosciutto. Cosi come ha fatto subito dopo l'ultima tornata in Basilicata, con quel risibile comunicato, diffuso in ogni dove mediatico, del 'siamo comunque (ndr. del tutto inutilmente) la prima forza politica della Basilicata'. Pur a fronte del dimezzamento dei suoi voti in un solo anno. Oggettivo affermare, quindi, che a lui ed a buona parte del 'suo' movimento manca quel tipo di consapevolezza di cui precedentemente fatto cenno.
Manca totalmente una specifica valutazione sulle modalità fin qui adottate di selezione della propria classe dirigente ... della quale si sa ben poco, tranne un qualche scandalo (vedi il caso romano) e qualche esempio di troppo sommaria selezione delle candidature (vedi il marinaio navigante indefesso oppure il guardiacostiere individuato apparentemente solo per il suo 'cazzo, Schettino, torni sulla nave').
Manca totalmente, nel vertice del movimento, la volontà e la capacità d'ascolto, e quindi la fiducia, nei confronti delle istanze territoriali, che, seppur minimamente organizzate, rappresentano le Comunità locali.
Lo si é visto per quanto ha avuto a che fare col diktat del 'no alleanze' di Di Maio, che recentemente ha fermato un interessante progetto di convergenze programmatiche che si stava realizzando qui a Modena, con le liste civiche. Oggi, facilmente interpretabile come una decisione preventiva a quanto é potuto accadere a breve distanza di tempo, con la sciagurata autorizzazione ministeriale della bretella, che ha sconfessato, in un sol colpo, gli anni d'impegno di tanti attivisti 5stelle e la stessa credibilità dei loro, pur incolpevoli, rappresentanti istituzionali.
Che dire e pensare, a questo punto? Indubbiamente, salvo ciò che oggi potremmo definire un miracolo, il Movimento 5Stelle, se non tutta, ha esaurito quella 'spinta propulsiva' verso il cambiamento (come la chiamavano i vecchi compagni di qualche decennio addietro) che ne aveva caratterizzato la nascita ed i primi anni. E che era stato salutata ed accolta con interesse da molti di noi, stanchi delle solite e prevedibili vecchie liturgie e scelte interessate. Staremo a vedere. Non vorrei proprio, alle soglie dell'incartapecoricamento della mia sopraggiungente vecchiezza, dover abbandonare la speranza che si possa cambiare. Cambino i 5stelle o si facciano da parte.
Giovanni Finali