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Sebbene non esplicitato nel loro manifesto politico, il movimento delle sardine, che ha rapidamente travalicato i confini della regione, è caratterizzato dall'antifascismo. Infatti, in un post apparso ieri sulla pagina Facebook 6000 Sardine, si fa cenno all'antifascismo in quanto valore “che troppo spesso ci dimentichiamo”.
Solidarietà, Accoglienza, Rispetto, Diritti, Inclusione, Non violenza (uno per ciascuna lettera della parola sardina) sono gli altri valori che, secondo i vertici del movimento, sono troppo spesso dimenticati. “Le sardine scendono in piazza per ricordarceli” si legge nel post.
Considerando le dimensioni del movimento e l'attualità del dibattito attorno all'antifascismo – che è stato di recente inserito nello statuto del Partito Democratico – vale la pena fare una breve riflessione sul significato di questo valore.
Chi oggi proclama l'antifascismo lo fa perché percepisce una minaccia fascista all'ordine sociale.
L'antifascismo viene esplicitato come antidoto a una presunta deriva fascista – quindi autoritaria – del sistema politico, con conseguente annullamento dei diritti civili e politici che caratterizzano la democrazia liberale rappresentativa.
Premesso che la destra populista odierna non condivide alcun elemento caratterizzante del fascismo (razzismo, ultranazionalismo, imperialismo, revisionismo, antisemitismo), l'antifascismo è un antidoto necessario ma non sufficiente per tutelare il nostro sistema politico. L'ostilità viscerale al fascismo non implica automaticamente l'essere contrari a un regime autoritario di estrema sinistra. Per intederci, stalinisti e marx-leninisti sono antifascisti, ma allo stesso tempo sono ciò di più lontano dalla democrazia liberale.
Pertanto, se si ha davvero a cuore il nostro sistema politico, occorre proclamarsi anti-autoritari.
Da un punto di vista prettamente concettuale, la democrazia liberale è minacciata dal fascismo in quanto esso è un regime autoritario. Ma non tutti i regimi autoritari sono fascisti, cioè di estrema destra.
Esistono anche i regimi militari e quelli di estrema sinistra che storicamente sono stati più diffusi, e duraturi, di quelli fascisti.
Occorre quindi proclamarsi con vigore anti-autoritari per marcare la propria ostilità a qualsiasi tipo di regime liberticida, a prescindere dal colore politico. Ripeto, a prescindere dal colore politico.
A chi manifesta proclamandosi antifascista ma allo stesso tempo esibisce feticci che rimandano a regimi autoritari di sinistra del passato occorre porre la seguente domanda: tu da che parte stai? Stai dalla parte del tuo colore politico oppure stai dalla parte della democrazia liberale? È questo il punto fondamentale.
Per marcare la loro originalità e proporre qualcosa di nuovo, le sardine dovrebbero proclamarsi anti-autoritarie così da ricordare all'opinione pubblica che la condivisione dei valori e della prassi liberal-democratica è il fondamento della nostra società.
Massimiliano Palladini
Redazione Pressa
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