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Domenica abbiamo avuto una piena del Secchia con un brevissimo picco massimo di circa 1450 metri cubi al secondo a Rubiera più vicino a quello classificato come piena piccola Tr 20 di 1350 metri cubi al secondo che a quello di piena media Tr 50 di 1600 metri cubi al secondo.
Per capire perché il livello raggiunto a ponte Alto di 11,1 metri e stato così preoccupante sono necessarie alcune considerazioni. I lavori sugli argini del Secchia saranno conclusi nell'estate del 2021 e metteranno in sicurezza il fiume solo per le piene piccole dette Tr 20.
Questi lavori erano indispensabili perché gli argini erano inadeguati sia come sezione sia come altezza e in alcuni punti la base dell'argine era sulla sabbia di vecchi percorsi del fiume.
Rimane però pessima la situazione del nodo idraulico modenese Secchia, Panaro e Naviglio.
Per la ricostruzione della cassa del Secchia è finanziata solo la ricostruzione della diga niente rialzo degli argini della vecchia cassa e niente soldi per lo scavo della parte nuova quindi la capacità totale rimarrà invariata.
Quindi dopo i lavori sugli argini il Secchia reggerà in sicurezza solo le piene piccole Tr 20 brevi (piogge di 12 ore) per quelle Tr 20 lunghe (24 ore) ci sono molti rischi a causa dell'effetto tappo di ponte Alto che vanifica l'incremento di quota degli argini infatti l'acqua andrebbe 1 metro oltre le luci del ponte.
In caso di piene medie Tr 50 l'alluvione nella zona di Modena è certa.
In caso di piene grandi Tr 200 come quelle del 1966 dalle simulazioni fatte nel progetto appena pubblicato l'acqua arriverebbe a 10 centimetri dalla tracimazione dagli argini in terra della cassa, quindi c'è il rischio sormonto degli argini in terra e quindi del loro cedimento in stile Vajont come già denuciato dalle precedenti relazioni di Adbpo 2007 e Aipo 2016.
Per completare il triste quadro: il Panaro è sicuro quasi a Tr 50 dopo cadrà il quasi ma rimane a Tr 50 se non cede un argine. La rottura dell'argine del Panaro nei pressi di Navicello è più difficile da spiegare dato che la portata del fiume a valle della cassa non era preoccupante a 2 metri dall'argine.
Si possono solo fare delle valutazioni su quello che è stato realizzato, sul Secchia sono stati fatti lungo tutto il percorso sondaggi per valutare la composizione degli argini e delle loro fondamenta inoltre è stata valutata la presenza di vecchi percorsi del fiume sotto gli argini poi si è agito per risolvere le criticità.
Sul Panaro sono stati fatti interventi su piccoli tratti pensando ad alzare i tratti di altezza insufficiente.
Dopo l'incontro dell'unione dei comitati in regione alla presenza del presidente Bonacini in cui c'era stato cumunicato che i fondi per la messa in sicurezza dei fiumi non potevano essere richiesti perché non c'erano i progetti, nell'incontro del 30 novembre in videoconferenza con vari responsabili tecnici degli enti idraulici siamo stati avvertiti che stanno pensando di fare i progetti è quindi stata confermata la loro mancanza e questo a 7 anni dall'alluvione.
Chi va piano forse va lontano però si bagna molto e con danni enormi, considerando la cifra sproposita impiegata per risarcire i danni dell'alluvione del 2014.
Massimo Neviani - Comitato salute ambientale di Campogalliano
Secchia, quella di ieri è stata piena medio-piccola: lo dicono i dati

I lavori sugli argini del Secchia saranno conclusi nell'estate del 2021 e metteranno in sicurezza il fiume solo per le piene piccole dette Tr 20
Domenica abbiamo avuto una piena del Secchia con un brevissimo picco massimo di circa 1450 metri cubi al secondo a Rubiera più vicino a quello classificato come piena piccola Tr 20 di 1350 metri cubi al secondo che a quello di piena media Tr 50 di 1600 metri cubi al secondo.
Per capire perché il livello raggiunto a ponte Alto di 11,1 metri e stato così preoccupante sono necessarie alcune considerazioni. I lavori sugli argini del Secchia saranno conclusi nell'estate del 2021 e metteranno in sicurezza il fiume solo per le piene piccole dette Tr 20.
Questi lavori erano indispensabili perché gli argini erano inadeguati sia come sezione sia come altezza e in alcuni punti la base dell'argine era sulla sabbia di vecchi percorsi del fiume.
Rimane però pessima la situazione del nodo idraulico modenese Secchia, Panaro e Naviglio.
Questo si può vedere bene nell'ultima relazione tecnica pubblicata da Aipo con il progetto operativo per la ricostruzione della cassa del Secchia approvato dai ministeri e reso pubblico il mese scorso.
Per la ricostruzione della cassa del Secchia è finanziata solo la ricostruzione della diga niente rialzo degli argini della vecchia cassa e niente soldi per lo scavo della parte nuova quindi la capacità totale rimarrà invariata.
Quindi dopo i lavori sugli argini il Secchia reggerà in sicurezza solo le piene piccole Tr 20 brevi (piogge di 12 ore) per quelle Tr 20 lunghe (24 ore) ci sono molti rischi a causa dell'effetto tappo di ponte Alto che vanifica l'incremento di quota degli argini infatti l'acqua andrebbe 1 metro oltre le luci del ponte.
In caso di piene medie Tr 50 l'alluvione nella zona di Modena è certa.
In caso di piene grandi Tr 200 come quelle del 1966 dalle simulazioni fatte nel progetto appena pubblicato l'acqua arriverebbe a 10 centimetri dalla tracimazione dagli argini in terra della cassa, quindi c'è il rischio sormonto degli argini in terra e quindi del loro cedimento in stile Vajont come già denuciato dalle precedenti relazioni di Adbpo 2007 e Aipo 2016.
Per completare il triste quadro: il Panaro è sicuro quasi a Tr 50 dopo cadrà il quasi ma rimane a Tr 50 se non cede un argine. La rottura dell'argine del Panaro nei pressi di Navicello è più difficile da spiegare dato che la portata del fiume a valle della cassa non era preoccupante a 2 metri dall'argine.
Si possono solo fare delle valutazioni su quello che è stato realizzato, sul Secchia sono stati fatti lungo tutto il percorso sondaggi per valutare la composizione degli argini e delle loro fondamenta inoltre è stata valutata la presenza di vecchi percorsi del fiume sotto gli argini poi si è agito per risolvere le criticità.
Sul Panaro sono stati fatti interventi su piccoli tratti pensando ad alzare i tratti di altezza insufficiente.
Dopo l'incontro dell'unione dei comitati in regione alla presenza del presidente Bonacini in cui c'era stato cumunicato che i fondi per la messa in sicurezza dei fiumi non potevano essere richiesti perché non c'erano i progetti, nell'incontro del 30 novembre in videoconferenza con vari responsabili tecnici degli enti idraulici siamo stati avvertiti che stanno pensando di fare i progetti è quindi stata confermata la loro mancanza e questo a 7 anni dall'alluvione.
Chi va piano forse va lontano però si bagna molto e con danni enormi, considerando la cifra sproposita impiegata per risarcire i danni dell'alluvione del 2014.
Massimo Neviani - Comitato salute ambientale di Campogalliano

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