Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
La notte del 20 maggio 2012 la terra tremò in pianura padana alle 4.04 e poi ancora una volta. Altre 3 volte tremò il 29 maggio e portò distruzione e morte: 27 furono le vittime.
Nel sesto anniversario vi diranno che è “tuttapposto”… Vi diranno che tutti sono rientrati nelle loro case, ma non vi spiegheranno perché la Regione paga ancora il contributo a chi è fuori casa.
Nel sesto anniversario ve ne diranno tante, ma non vi diranno perché solo l’11.12.2012 è stata istituita la International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region (Ichese) e perché venne chiesto se un sito di stoccaggio gas (Rivara) nel modenese avesse innescato o indotto la sequenza sismica visto che Rivara era solo un progetto: da quando un progetto innesca terremoti?
Non vi diranno perché l’Ichese fu istituita tardivamente e perché i risultati di quella commissione furono pubblicati in inglese e su una rivista “Science” e dopo che il giornalista ebbe – pare – pressioni per non pubblicarle.
Non vi diranno perché quei risultati (fondamentalmente non si può escludere che vi siano correlazioni fra trivellazioni e innesco sequenza sismica), furono tenuti nel cassetto e resi noti – forse a malincuore – diversi mesi dopo.
Non vi diranno perché un membro autorevole del Governo Regionale si è vantato, non senza enfasi, di aver impedito la creazione del deposito a Rivara: e la creazione del deposito è stata impedita, perché ipotizzare che un deposito inesistente possa aver determinato due scosse di magnitudo 6?
Non vi diranno perché la Commissione Grandi Rischi – a differenza de L’Aquila 2009 – non si riunì dal 20 al 29 maggio lasciando scoperti di informazioni cittadini e imprese specie quelle di sottosuolo… perché la CGR si riunì il 5 giugno alla presenza del Capo del Governo Monti per lanciare un allarme (terzo segmento ferrarese) tardivo e inutile?
Non vi diranno perché quel rapporto Ichese fu redatto in inglese e non in italiano.
Non vi diranno perché la Regione Emilia sottovalutò e ignorò quella Mappatura del Rischio Sismico pubblicata in Gazzetta Ufficiale dal 2003 (ben nove anni prima….) che avrebbe consentito una più seria coscienza del rischio sismico nella Bassa Emiliana e quindi una più rigorosa costruzione dei capannoni?
Non vi diranno chi e perché autorizzò la riapertura degli edifici produttivi dopo il 20 maggio: 9 giorni dopo persero la vita sotto il crollo dei capannoni molti lavoratori nelle tre scosse maggiormente distruttive, che meritano rispetto e attendono ancora giustizia!
E vale la pena ricordare che non sono i terremoti a distruggere le case che dovrebbero proteggerci se queste fossero state costruite bene, ad esempio seguendo le indicazioni di quella mappatura del 2003. Ad esempio: sicurezza fra l’altro che spetta alla Regione! Ne leggerete e sentirete oggi… Vi faranno credere che è “tuttapposto”… Ma voi fategli queste domande, e alla fine in attesa di risposta che non arriverà, rispondetegli voi… Apposto un cavolo.
A quelli che... hanno consentito di nominare senatore Vasco Errani!
Antonio Spica