articoliParola d'Autore
La Pressa
Il tema del sex work è complesso, ci sono varie sfumature. C'è chi fa questo lavoro in strada come in appartamento, chi costretto, chi minacciato, ma anche chi ha deciso liberamente di farlo. E in generale la mancanza di regolamentazione nel nostro Paese non aiuta a tracciare un quadro preciso. In questo articolo ho voluto concentrarmi sulle persone e le loro storie. Ne ho parlato con Giulia Zollino operatrice di Unità di strada. Giulia è molto attiva su Instagram, pubblica stories e post per informare sul mondo del sex work e combattere lo stigma che colpisce questa categoria.
«Nessuno ne sta parlando. Donne, uomini, trans, in strada o in appartamento. Il Coronavirus ha colpito duramente anche il mondo del sex work. Sia chi lavora in strada, sia chi lavora in appartamento. Tanta preoccupazione, soprattutto per chi mantiene una o più persone, a distanza».
«I clienti sono spariti, chi lavora ancora, lo fa per mangiare, sopravvivere. Se l'emergenza virus dovesse durare a lungo, molte persone sarebbero in gravi difficoltà economiche e nessuno le aiuterebbe. Un problema reale. Non è ipotizzabile neanche lasciare l'Italia per continuare a lavorare in altre nazioni; il virus è ovunque».
Secondo Giulia, qualcuno potrebbe trasformare il lavoro in strada in qualche diretta con la webcam, ma è solo un'ipotesi. L'appello è chiaro: «Le istituzioni sanno che ci sono anche queste persone? Se la situazione economica peggiorasse, qualcuno le aiuterà? Sono storie che molti ignorano, ma ci deve essere una maggiore consapevolezza da parti di tutti e in una fase di grave crisi come questa, queste persone hanno tutto il diritto di essere aiutate e ascoltate».
Ho contattato un paio di ragazze che lavorano in appartamento, entrambe mi hanno confermato che il telefono è muto da giorni. Mi dicono che è meglio così, giusto non rischiare. Mi hanno detto di essere da tempo nella stessa città e che possono permettersi una pausa. Ma il campione è troppo limitato, facile immaginare che non per tutti sia così.
Stefano Soranna
Sex work ai tempi del Coronavirus, clienti spariti e timori contagio

'Se l'emergenza virus dovesse durare a lungo, molte persone sarebbero in gravi difficoltà economiche e nessuno le aiuterebbe'

Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
«Nessuno ne sta parlando. Donne, uomini, trans, in strada o in appartamento. Il Coronavirus ha colpito duramente anche il mondo del sex work. Sia chi lavora in strada, sia chi lavora in appartamento. Tanta preoccupazione, soprattutto per chi mantiene una o più persone, a distanza».
«I clienti sono spariti, chi lavora ancora, lo fa per mangiare, sopravvivere. Se l'emergenza virus dovesse durare a lungo, molte persone sarebbero in gravi difficoltà economiche e nessuno le aiuterebbe. Un problema reale. Non è ipotizzabile neanche lasciare l'Italia per continuare a lavorare in altre nazioni; il virus è ovunque».
Secondo Giulia, qualcuno potrebbe trasformare il lavoro in strada in qualche diretta con la webcam, ma è solo un'ipotesi. L'appello è chiaro: «Le istituzioni sanno che ci sono anche queste persone? Se la situazione economica peggiorasse, qualcuno le aiuterà? Sono storie che molti ignorano, ma ci deve essere una maggiore consapevolezza da parti di tutti e in una fase di grave crisi come questa, queste persone hanno tutto il diritto di essere aiutate e ascoltate».
Ho contattato un paio di ragazze che lavorano in appartamento, entrambe mi hanno confermato che il telefono è muto da giorni. Mi dicono che è meglio così, giusto non rischiare. Mi hanno detto di essere da tempo nella stessa città e che possono permettersi una pausa. Ma il campione è troppo limitato, facile immaginare che non per tutti sia così.
Stefano Soranna
Stefano Soranna
Mi occupo di comunicazione e pubblicità da un po' di tempo. Su La Pressa scrivo di musica, libri e di altre cose che mi colpiscono quando sono in giro o che leggo da qualche parte. La.. Continua >>
Articoli Correlati
Parola d'Autore - Articoli Recenti
Mosca tenterà il tutto per tutto nei prossimi due mesi, prima che Kiev riceva i nuovi ..
09 Febbraio 2023 - 12:04
L'idea è ancora la stessa: i cowboy massacrano sempre gli indiani e vincono
07 Febbraio 2023 - 12:51
Eppure questa strategia del continuo riarmo non ha prodotto nulla di positivo
29 Gennaio 2023 - 09:55
Il presidente Zelensky non è l'innocente artista della televisione prestato alla politica ..
24 Gennaio 2023 - 18:07
Parola d'Autore - Articoli più letti
L'ex primario del Pronto soccorso di Modena: 'Antinfiammatori ai primi sintomi e poi, se il ..
31 Gennaio 2021 - 14:37
'A questo punto consiglio a tutti i bravi cittadini di offrire senza esitazione il braccio ..
25 Novembre 2021 - 19:40
A questo punto davanti a questi adulti privi di cuore e di anima, non ci resta che sperare ..
08 Febbraio 2022 - 12:52
Giovanardi: 'Stupisce e sconforta che gli Ordini Professionali si accaniscano contro ..
29 Dicembre 2021 - 21:23