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Una volta i giornali modenesi scrivevano “sembriamo nel Bronx”, per commentare qualche episodio criminoso. Oggi è sufficiente prendere a paragone le stazione di Milano, Roma o Napoli per dire che lì avvengono gli stessi episodi accaduti da noi, prima al parco Novi Sad e ora in corso Vittorio Emanuele: accoltellamenti stradali mortali, prostituzione e traffico di droga gestito dalla pericolosa mafia nigeriana che qui ha preso piede in maniera estesa come ha più volte avvertito con preoccupazione la stessa Questura, nel silenzio e nella indifferenza di sindaco e assessori. Non si erano mai visti prima d’ora a Modena accoltellamenti di giorno sulla pubblica via (tolti alcuni delitti passionali del passato, quindi di altro genere). E invece nel giro di qualche tempo prima un giovane immigrato ammazzato a coltellate in piazza Novi Sad di fronte a mamme e bambini e ora un’altro giovane di colore sgozzato in pieno giorno in corso Vittorio Emanuele davanti agli allibiti gestori e clienti anche stranieri dell’hotel Milano e dei negozi adiacenti.
Senza scordare un’altro giovane immigrato pure lui ucciso lo scorso anno a coltellate davanti ad un ristorante chiuso di Montale.
A Modena succede ciò che avviene nelle grandi città, insomma, ma con la differenza che la nostra è una modesta città di provincia. E ora in città aumenta la paura, specie uscire di casa la sera e specialmente per le donne, a proposito della parità di genere tanto sbandierata dalla propaganda della Giunta comunale e del Pd.
Con l’aggiunta che ora sindaco e assessori, di fronte a questi fatti delittuosi, per non dare ragione ai giornali modenesi che mettono quotidianamente in guardia sulla pericolosa escalation malavitosa legata appunto al fiorente traffico di droga, o ai partiti di minoranza che questa situazione denunciano da tempo in consiglio, inascoltati e a volte trattati con sufficienza, si arrampicano sugli specchi e fanno giravolte ridicole, prima affermando che Modena è “città aperta, generosa, inclusiva e disponibile ad accogliere quanti sbarcano per motivi umanitari dall’Africa” mentre ora sostengono il contrario e che cioè Modena non ce l’ha fa più a sostenere il flusso continuo di immigrati e che la “situazione stranieri è fuori controllo”: parole dello stesso assessore alla sicurezza (siamo in buone mani.
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Insomma, tutto e il contrario di tutto. Ciò che andavano dicendo con enfasi e sicumera prima, si è trasformato ora in una spettacolare giravolta di opinioni che lascia perplessi e preoccupati i modenesi che temono che la situazione della sicurezza del cittadino e dell’ordine pubblico in città sia davvero loro sfuggita di mano, come se guardassero dall’altra parte e cercare di confondere e distrarre il cittadino con i consueti insulsi bla-bla-bla su avveniristici, fantasiosi e costosissimi progetti, a volte già promessi da questo sindaco o dai suoi predecessori dello stesso partito, quello che governa ininterrottamente la città da 80 anni.
E allora sono suonate come campanelli d’allarme le parole di buon senso di Amedeo Faenza, titolare dell’hotel Milano, antistante il luogo del delitto, presidente della Associazione albergatori di Confcommercio, che ha detto: “qui la situazione è grave davvero e l’ho già ripetuto migliaia di volte in Comune senza che nessuno sia mai intervenuto come, ad esempio, chiudere di sera il cancello dei Giardini che sono proprio sul corso, perché lì dentro c’è uno dei covi dei malintenzionati e degli spacciatori”. Oppure quelle di un uomo da sempre di sinistra come Roberto Vezzelli che ha detto pure lui di avere denunciato per anni ma inutilmente il progressivo degrado sociale della città a causa di mali che non si sono curati, contrastati e combattuti per tempo, come lo spaccio, la prostituzione, gli scippi, le rapine, i furti, le baby gang, anche in centro storico e non solo alla Sacca, al Novi Sad, in viale Crispi, al Parco o nel palazzone delle Costellazioni, altro fiorente luogo questo di spaccio di sostanze stupefacenti. Insomma, sembra dire, troppi anni di lassismo, di trascuratezza, del voltarsi dall’altra parte, di minimizzare, di rispondere con sufficienza e fastidio a quanti denunciavano invece la preoccupante escalation della malavita.
A questo punto ai cittadini modenesi non resta che una sola consolazione: la certezza di potere disporre di una efficiente squadra mobile della Questura diretta dal commissario Paternoster che ha dato prova di abilità investigativa sventando alcuni ‘colpi’ malavitosi già programmati e di sapere essere sul posto quando necessita in pochi minuti, come è avvenuto in occasione del delitto dell’altro giorno e di avere subito individuato e arrestato a Reggio Emilia i due accoltellatori.
Cesare Pradella