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Due parroci, uno di Modena e uno di Bologna, don Fabio Bellentani e don Paolo Cugini, si sono fatti promotori e sostenitori di una veglia di preghiera in Chiesa per il superamento dell'omotransfobia e cioè del presunto odio che colpirebbe chi ha orientamenti sessuali LGBTQ+, che sono una trentina di sigle tra lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, agenderflux, bigender.
Come è noto ogni anno Stato, Regioni ed Enti locali stanziano milioni di euro a favore di queste Associazioni perchè possano promovere liberamente le loro attività culturali e ricreative, per esempio i sempre più diffusi Gay Pride, ormai organizzati in ogni città d'Italia e non sempre con sobrietà e compostezza.
Secondo i nostri due sacerdoti la veglia di preghiera sarebbe necessaria per contrastare una emergenza omotransfobica, come dimostrano i circa cento casi di denuncia che ogni anno giungono all'OSCAD, l'organismo del Ministero degli interni per la sicurezza contro gli atti discriminatori, il 90 per cento dei quali riguarda peraltro soltanto frasi ritenute offensive.
Purtroppo ogni anno in Italia, a fronte di una denuncia ogni tre giorni per ragioni di orientamento sessuale, più di 100 donne vengono uccise dai loro patners, migliaia vengono stuprate, decine di migliaia subiscono atti di violenza sessuale, come purtroppo ci sono bambini vittime dei pedofili e più in generale crimini di odio a sfondo razziale che colpiscono particolarmente extracomunitari o disgustoso bullismo verso chi ha forme di handicap fisico o psichico.
Sarebbe troppo chiedere che in Chiesa si venga chiamati per pregare per tutte le vittime di questi crimini e per educare alla comprensione ed alla tolleranza verso tutti i fratelli e le sorelle, a prescindere dal loro orientamento sessuale?
O c'è invece chi pretende di essere più uguale degli altri e si scaglia violentemente contro il Direttore di questo giornale solo perchè ha messo a confronto l'odio di cui si sentirebbero vittime i LGBTQ con la tolleranza verso gli sguaiati e osceni comportamenti di chi ai Gay Pride si prende gioco del sentimento religioso di gran parte degli italiani?
Laicamente, quando ero al Governo, risposi no all'invito a partecipare al Festival Nazionale del turismo gay, il cui obiettivo è valorizzare e promuovere un circuito di masserie, resort, alberghi, circoli e ristoranti la cui offerta si rivolge particolarmente a coppie omosessuali.
Spiegai che mi sembrava una forma inaccettabile di autoghettizzazione, anche se di lusso, e che mare, montagna e città d'Arte non sono cosa diversa per etero od omosessuali, che possono, anzi devono frequentare gli stessi ambienti con l'unico limite della buon educazione e del rispetto per gli altri che deve valere per tutti.
Mi permetto si consigliare lo stesso atteggiamento anche ai Parroci (prima che la eventuale approvazione della proposta di legge Zan li faccia finire in carcere) con il vantaggio di semplificare il messaggio evangelico ricordando anche che (per tutti) i 10 comandamenti non sono stati ancora abrogati.
Carlo Giovanardi
Redazione Pressa
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