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Era appena stata celebrata la Giornata (a volte con enfasi) contro la violenza sulle donne, ed ecco che Modena si è macchiata nuovamente di atti criminosi contro le donne, accompagnati da sentenze del Tribunale che hanno condannato uomini colpevoli di episodi di violenza denunciati dalle stesse vittime.
I quotidiani hanno pubblicato notizie dai contorni sconvolgenti, come quella di un uomo di origini bengalesi che è stato condannato per avere maltrattato e tenuta segregata in casa la moglie per dieci anni, con violenze fisiche, botte, maltrattamenti, abusi e minacce di morte anche nei confronti dei figli minorenni.
Oppure di un’altra donna, per giunta mamma, residente alla Sacca, che ha riferito in Tribunale di essere stata vittima di stalking per cinque anni da parte del marito violento e prepotente che le ha reso la vita insopportabile fino a quando essa non è riuscita a rivolgersi alle forze dell’ordine.
Ma il marito è ancora libero ed essa teme ora atti di ritorsione da parte sua, denunciando nel frattempo, i tempi lunghi della giustizia, con ritardi che alla fine si ritorcono sempre sulle donne vittime di questi soprusi. Ma i Servizi sociali del Comune dove sono?
Altre notizie riportate dai giornali riguardano un tunisino accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie, pare in questo caso per motivi di gelosia e che ora è a piede libero in attesa di giudizio e altri episodi di violenza subite da donne che sono state in grado di allertare i carabinieri per tempo, ma senza l’ausilio preventivo anche in questi casi dei Servizi sociali la cui ‘assenza’ viene chiamata in causa indirettamente da una consigliera comunale del Pd che li chiama ‘sentinelle’ del territorio che ‘andrebbero formate e sensibilizzate maggiormente visto che Modena e la Regione Emilia sono tra le realtà con tassi di violenza tra i più alti in Italia’.
A questo corollario di violenze e soprusi, che sono una piccola parte (affermano le forze dell’ordine) di quanto avviene in città, per la mancata denuncia delle vittime che temono le possibili ritorsioni dei loro aguzzini, si aggiunge il pericolo rappresentato dalle baby gang che continuano ad imperversare di giorno e di sera in città a danno di passanti, uomini e donne, che si vedono accerchiati da queste bande di malavitosi a viso coperto che, armati di bastoni, chiavi inglesi, coltelli, li assaltano e li minacciano chiedendo soldi, il telefonino o l’orologio, dandosi poi alla fuga a colpo eseguito prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. In particolare negli ultimi tempi queste aggressioni sono avvenute davanti agli istituti scolastici a danno di giovani studenti al termine delle lezioni. Per questi crescenti inquietante casi criminosi che, secondo le forze dell’ordine, vedono protagonisti giovani provenienti da paesi del nord Africa, si sono riuniti spontaneamente gruppi di genitori che hanno invocato l’aiuto del Comune e della Polizia locale, chiedendo nel contempo la presenza delle forze dell’ordine nelle ore di uscita degli studenti, specialmente delle scuole superiori.
Dunque anche Modena non è esente da questi episodi criminosi che avvengono normalmente nelle grandi città, ma mai sinora da noi, al punto che Modena non è più la città sicura, tranquilla, vigilata e attrattiva che sindaco e assessori si affannano a descrivere da anni, ma una città divenuta come le altre, coi pericoli, le difficoltà, i problemi, i ritardi, la lacune lamentati altrove.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>