Noi, Donne, che ancora oggi subiamo violenze di ogni genere, violenze che i numeri esplicitano drammaticamente per noi più di ogni considerazione.
Violenze fisiche e psicologiche, parimenti inaccettabili. Violenze che lasciano sempre e per sempre un segno indelebile, più o meno grande, nella nostra esistenza.
Anche a Modena nei primi sei mesi di quest'anno si parla di 339 vittime che si sono rivolte alla rete ospedaliera per essere soccorse e curate. Numeri impressionanti di cui poco si parla o di cui si parla, tristemente, in un 25 novembre qualsiasi.
Violenze che nascono molto spesso in ambito familiare. Gli aguzzini sono i mariti, gli zii, i nonni, insomma quelle persone che rappresentano, o almeno dovrebbero rappresentare, per ognuna di noi un porto sicuro di approdo e partenza per la vita e che invece si trasformano, a tradimento, nella tempesta che ti sconquassa per sempre l’esistenza.
Non uomini ma bastardi senza anima.
Sono queste le violenze che ci impediscono di essere e di diventare le donne che avremmo voluto e potuto. Perché c’è un prima e un dopo e nel dopo tutto cambia. Chi subisce una violenza sarà costretta per tutta la vita a farci i conti, perché sarà una presenza drammaticamente viva.
A queste si aggiungono le violenze psicologiche che, seppur diversamente, incidono anche loro sulla vita familiare e lavorativa.
Cosa possiamo fare? Possiamo non girarci dall'altra parte. Anzi abbiamo il dovere di non girarci dall’altra parte, di guardare con attenzione ciò che avviene intorno a noi. E allora vediamo con occhi diversi le nostre sorelle, le nostre figlie, le nostre nipoti, le nostre mamme e le altre sorelle non di sangue.
Meglio un'intrusione che forse potrebbe essere giudicata inopportuna piuttosto dell'indifferenza.
Meglio rischiare una parola in più.
Vale la pena mettere a rischio una parte di sè per dare conforto, aiuto o anche essere semplicemente testimonianza per l'altra. Perchè quei segni e quella presenza sempre drammaticamente viva siano, almeno monito, almeno coraggio, almeno ricerca oggi di una verità, di un passo in più verso la verità. Anche sapendo che perdere tutto è possibile.
Vale la pena essere se stesse, senza tornaconti e commettendo errori in un paese, l’Italia, e una città Modena, ancora pesantemente con un'impronta maschilista, dove le donne sono ultime in tutti i posti di comando, dal pubblico al privato, nel piccolo come il grande. Vale la pena fosse anche solo per se stesse.
Cinzia Franchini