Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
I sondaggi della Lega su Modena danno la certezza di un ballottaggio Pd-Lega. Con questo scenario la Lega valuta seriamente di andare da sola, al massimo con 'piccole' liste civiche/civetta, senza il centrodestra. Il ragionamento è esclusivamente tattico, non politico: al ballottaggio una Lega senza il centrodestra sarà comunque votata dagli elettori del centrodestra, che di certo non staranno a casa, ma non dovrà spartire consiglieri e assessori con gli alleati. In più, potrà raccogliere i voti dell'ala 5 stelle più lontana dal Pd, ma che mai voterebbe per Forza Italia. E soprattutto non dovrà spiegare in campagna elettorale l'alleanza con una Forza Italia che è più accanita del Pd nell’opposizione al Governo centrale. Sarà piuttosto Forza Italia a dover frenare l'emorragia di dirigenti e voti verso la Lega o le liste civetta.
Questo ragionamento è ovviamente solo tattico, non strategico, ma non vale solo per il capoluogo.
Nei comuni sotto i 15.000, a turno unico, serve l'alleanza di tutte le forze per evitare che il Pd vinca pur stando sotto al 50%, come è stato nella sciagurata tornata elettorale 2018. Sopra i 15.000 va valutato caso per caso cosa fare, e la Lega in alcuni Comuni potrebbe riproporre lo stesso schema.
A Carpi, primo Comune dopo il capoluogo - reso di fatto contendibile dal lavoro di denuncia del consigliere uscente Benatti, che resta stranamente fuori dai giochi - la mancanza di candidati leghisti forti e la presenza di una Civica, Carpi Futura, accreditata del 5-6%, ma molto vicina agli ambienti Pd e cattolici e ostile ai simboli e ai programmi leghisti, impongono alla Lega un ragionamento tattico analogo, per scongiurare il pericolo di arrivare terzi, mantenendo comunque la propria integrità.
Il piano della Lega non potrà essere di allearsi con quella Forza Italia che ha dimostrato più volte, specie nell’ultimo periodo, la sua vicinanza al Pd e a all’assessore Morelli - tanto da suscitare il richiamo ufficiale del commissario leghista Golinelli, che ha parlato di conflitti di interesse. Né potrà essere cercare una sponda in una Fdi che, dopo gli splendori dell’era Russo, non s'è vista per 5 anni, e quindi non porterebbe risorse attive e spendibili. Per ribaltare il tavolo la Lega potrebbe ancora una volta fare perno su più civiche, capaci in particolar modo di drenare i voti di FI e della stessa Carpi Futura - minacciata da sinistra dal sempiterno Rossano Bellelli e obbligata, in questo scenario, a allearsi col Pd per non sparire.
In ogni caso, però, questi ragionamenti non potranno che trovare una sintesi dopo i congressi del Pd e della Lista Bonino/Tabacci - quest'ultimo apparentemente innocuo ma in realtà molto rilevante in una logica di “Nuova Balena Bianca”. E la presenza di listoni politici al centro, composti da fuoriusciti renziani e forzisti aggregati ai soliti centristi democristiani, potrebbe sparigliare le carte.
Magath
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>