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'L'emergenza abitativa in atto nel modenese rischia di frenare l'ascesa economica e l’attrattività universitaria. Tanti, troppi sono gli studenti che, valutato il costo degli affitti decidono di opzionare altre città italiane, magari meno costose, così come sono tante le lavoratrici ed i lavoratori che rinunciano ad offerte di lavoro nella Motor e Food Valley per via del caro affitti. Se si è arrivati a questo punto, vuol dire che per anni le politiche abitative non sono state centrali nell'agenda politica delle varie amministrazioni'.
La fotografia di una emergenza abitativa che a Modena anziché ridursi è in costante aumento, la scatta oggi il coordinatore UIL di Modena e Reggio Emilia Roberto Rinaldi.
Una fotografia che è anche una presa d'atto dell'inefficacia delle misure fino ad ora adottate, inadatte ad affrontare un mercato immobiliare e degli affitti profondamente cambiato in linea con le trasformazioni sociali.
'Noi crediamo che su questo tema occorra accelerare e oltre alle ricette a suo tempo presentate dalle attuali amministrazioni e dalla Regione. Occorre al più presto mappare gli immobili sfitti e stringere un patto di ferro con i proprietari immobiliari, assenti negli ultimi anni, al fine di valorizzare il contratto di canone concordato a discapito della logica dei B&B ed Air B&B, magari lavorando sulla leva fiscale, abbassando quindi ulteriormente la tassazione a coloro che optano per questa soluzione. Inoltre è indispensabile che i gruppi bancari e le assicurazioni mettano a disposizione il proprio patrimonio immobiliare, spesso non utilizzato per esclusive logiche legate al mercato. Occorrerebbe infine una legge regionale che miri a equilibrare la percentuale di immobili che, in un contesto cittadino, possono essere adibiti a B&B o Air B&B rispetto a quelli destinati alla residenzialità”.