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Alluvione, Bonaccini: 'Non sarò commissario? Non ho idea del perchè'

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'Non ho idea del perché. E comunque il tema non è il nome. Io spero solo che chiunque scelgano non lo facciano per questioni di consenso'


Alluvione, Bonaccini: 'Non sarò commissario? Non ho idea del perchè'
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'Io comunque starò qui a lavorare fino a che non sarà ripartito tutto. Sforzandomi di mantenere lucidità e equilibrio, perché la situazione lo richiede'. Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in una intervista a Repubblica cerca di tenersi a distanza dal dibattito che si è scatenato sulla sua, fin qui, mancata nomina a guidare la ricostruzione della Regione alluvionata. Ed è soddisfatto dell’impegno preso da Ursula von der Leyen dopo la visita alle terre disastrate. 'Ho percepito una grande e reale disponibilità, sono certo che ci aiuteranno. Ne abbiamo bisogno, perché bisogna fare presto. Altrimenti, in queste condizioni, anche un evento atmosferico ordinario potrebbe riportarci indietro. Le priorità sono: strade, frane, argini e canali di bonifica. Vanno rimessi in sesto il prima possibile'.

Gli ha fatto piacere sentire il coro degli amministratori d’Italia, di qualsiasi colore, invocare il suo nome per il ruolo di commissario: 'Certo che mi ha fatto piacere.

Direi lo stesso io di Zaia, Fedriga o Toti, anche se hanno un’altra appartenenza politica. Semplicemente perché anch’io, come loro, so che un presidente di Regione deve per forza conoscere meglio di tutti il proprio territorio ed è la persona più adatta a gestire la ricostruzione'. In questo caso però non viene scelto il presidente dell’Emilia-Romagna: 'Non ho idea del perché. E comunque il tema non è il nome. Io spero solo che chiunque scelgano non lo facciano per questioni di consenso senza tenere conto delle urgenze. Sarebbe deprimente. Io ora mi occupo di fare l’amministratore. La politica è la mia vita, ma ci sono momenti in cui bisogna metterla da parte e darsi da fare senza tenere conto delle bandiere'.

'Nell’emergenza – aggiunge il presidente – lo schema politico salta. Io, l’ho già detto, spero solo che il commissario, chiunque sarà, non pensi di poter gestire questa situazione al telefono da Roma.

Perché rallenterebbe tutto. Senza un confronto e una collaborazione serrata con gli amministratori di qui, sindaci in primis, la situazione non si risolve. E se non si risolleva l’Emilia-Romagna, rallenta tutto il Paese, perché il Pil nazionale lo trainiamo forte, e da anni, proprio da questa terra'. Quanto al suo rapporto con la premier Giorgia Meloni: 'Fin qui è stato ottimo. Abbiamo collaborato benissimo, non solo con lei ma anche con molti altri dei suoi ministri. Tra l’altro commissario mi hanno già nominato, per il rigassificatore di Ravenna, e in 120 giorni di lavoro abbiamo chiuso un progetto che ridarà autonomia energetica all’Italia e proteggerà i cittadini – ma anche il welfare, i comuni e le aziende – dalle spaventose bollette arrivate in autunno'. Nonostante i fin qui ottimi rapporti con Meloni, in consiglio regionale il centrodestra lo considera corresponsabile del disastro post alluvione: 'Ognuno fa politica come meglio crede e con gli argomenti che ha. Prima mi hanno detto che ero troppo ambientalista, ora mi dicono che sono stato cementificatore… Io continuo a pensare che ci siano solo avversari e non nemici da abbattere, e mi comporto di conseguenza. Anche durante la campagna elettorale per le primarie dissi che consideravo Meloni una premier capace, e non me ne sono pentito. Poi un conto sono le capacità, altro le visioni politiche e prospettiche. Che tra noi sono opposte e tali rimarranno'.

Redazione Pressa
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