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“La maggioranza regionale, a guida PD, non si fa scrupoli a bocciare la richiesta della Lega di istituire una commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali che hanno interessato la Romagna e la difesa idraulica di tutto il territorio emiliano – romagnolo”.
Lo ha detto il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, denunciando che il Pd “nega così ogni responsabilità della Regione e giocando ad uno squallido rimpallo di competenze con il Governo. Che ci sia bisogno di interventi concreti da Roma per rispondere all’emergenza in Romagna è evidente, ma questo non deve distoglierci da un’analisi attenta del rischio idrogeologico su tutto il territorio regionale”.
Bargi ha ricordato che “nelle intenzioni della Lega la istituzione di una Commissione di inchiesta avrebbe ospitato tecnici e autorità di bacino per approfondire il tema. “Il Pd non può nascondere le proprie responsabilità politiche.
Se penso al fiume Secchia, sul quale sono intervenuto in maniera continua negli ultimi 8 anni in cui rivesto il ruolo di Consigliere Regionale, è emblematico come la priorità della Regione fosse quella di creare un paesaggio naturale, rendendo più complessi, nei fatti, gli interventi di manutenzione ordinari e straordinari necessari. Ancora oggi le difese del fiume non sono tarate per le piene di “grandi dimensioni” (TR200) come stabilito dal Piano Gestione Rischio Alluvioni, ma solo per quelle più “piccole” (TR20/50), gettando forti dubbi sulla loro tenuta ad ogni evento piovoso. Evidentemente le priorità erano altre...”
Commissioni tecniche regionali, che non hanno potere giuridico per attribuire responsabilità ma che sono funzionali alla ricerca delle cause del disastro, non sono una novità. Erano state istituite, anche nel recente passato, per le alluvioni sul fiume Secchia, del 2014 e sul fiume Panaro, nel dicembre 2020.
Bolla come richiesta strumentale quella di una commissione di inchiesta proposta dalla Lega, il Movimento 5 Stelle: “Invece di preoccuparsi di trovare nel minor tempo possibile le risorse per far fronte ai danni subiti dall’Emilia-Romagna, il centrodestra tenta ancora una volta di strumentalizzare la tragedia dell’alluvione proponendo una commissione d'inchiesta. per continuare a fare campagna elettorale sulla pelle degli alluvionati.
Siamo i primi a voler analizzare nel dettaglio quanto accaduto, e abbiamo già avanzato delle proposte per far fronte ad alcune criticità che sono emerse molto chiaramente, a partire da un nostro progetto di legge per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Bene quindi che maggioranza abbia accolto la nostra proposta di convocare in modo permanente la Commissione Ambiente proprio sull'alluvione, per analizzare in modo puntuale tutti gli spetti che ruotano intorno al tragico evento che ha colpito ripetutamente la nostra regione”. È quanto dichiara Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, in merito alle richieste da parte delle forze di centrodestra di istituire una commissione di inchiesta e di studio sull’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nello scorso mese di maggio e che sono state respinte oggi dall’Assemblea Legislativa. “Purtroppo la speculazione elettorale delle forze che compongono il governo Meloni continua senza sosta, incuranti del grido d’aiuto che si sta levando da parte dei nostri territori alle prese con difficoltà economiche enormi e con danni che ormai hanno raggiunto gli 8,8 miliardi di euro - spiega Silvia Piccinini - Come M5S siamo stati i primi a mettere in discussione l'efficacia della norma regionale contro il consumo di suolo, a presentare una proposta di legge sugli effetti dei cambiamenti climatici e chiedere chiarimenti sulla manutenzione dei nostri corsi d’acqua. Per questo non ci interessa in che struttura, speciale o non, vengano approfonditi questi temi. Quello che ci interessa è la sostanza. Abbiamo un'emergenza da affrontare ma al tempo stesso dobbiamo già guardare a come progettare la ricostruzione. Chi pensa di continuare a fare campagna elettorale sulla pelle degli alluvionati ci troverà sempre da un'altra parte” conclude Silvia Piccinini.
Redazione Pressa
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