'Antimafia non ha colore politico: grave errore isolare Catia Silva'

'L'antimafia non è una religione divisiva ma un movimento trasversale che unisce tutti coloro che decidono, coi propri mezzi e carismi, di non voltarsi altrove'


A parlare è la presidente di Ruote Libere, l'associazione che raggruppa imprenditori dell'autotrasporto, Cinzia Franchini.
'Il caso di Catia Silva credo sia emblematico di un modo distorto di intendere l'antimafia - continua Cinzia Franchini -. In Emilia, terra da sempre governata dal centrosinistra, chi è dichiaratamente di centrodestra non può essere preso ad esempio della lotta alla criminalità organizzata, nonostante sentenze passate in giudicato e dati di fatto inconfutabili. Catia Silvia è di centrodestra e per questo, nel territorio emiliano, la sua figura viene marginalizzata, a volte addirittura derisa o isolata, come ha certificato l'Associazione Antimafie e Antiusura Dioghenes. Altrove, in Calabria, Catia viene premiata e le viene dato il dovuto riconoscimento per il suo coraggio, a Reggio Emilia invece è mal tollerata ed evitata mentre, parallelamente, restano intatti e inscalfibili i totem della antimafia schierata e 'rassicurante' per il sistema di potere'.
'Tutto questo non credo restituisca un buon servizio alla lotta al cancro mafioso. Il coraggio della denuncia al radicamento della 'ndrangheta, della mafia e della camorra in Emilia non può essere misurato col metro della appartenenza a una parte politica. L'antimafia non è una religione divisiva ma deve essere un movimento trasversale che unisce tutti coloro che decidono, coi propri mezzi e carismi, di non voltarsi da un'altra parte. L'appartenenza politica non conforme alla maggioranza, che in modo inscalfibile guida le istituzioni da 70 anni, non può essere un motivo di marginalizzazione, come non può esserlo il criticare dall'interno le associazioni e gli apparati del potere locale o il denunciare i limiti di un certo modo di intendere l'antimafia istituzionale. Catia Silva non ha mai voltato lo sguardo e come lei, tanti altri. Chi lo fa non può e non deve essere marginalizzato: farlo significa darla vinta proprio alle organizzazioni criminali che vivono e prosperano sul silenzio e sulla paura'.
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