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Aumentano rette case protette Emilia Romagna: 'Un attacco ai fragili'

Aumentano rette case protette Emilia Romagna: 'Un attacco ai fragili'

'Sono 4.10 euro in più al giorno per ogni ospite modenese, 123 euro in più al mese, che si aggiungono al già pesante carico economico sostenuto dalle famiglie'


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'Tra meno di quindici anni l’Emilia Romagna conterà 1 milione e 273 mila over 65, questo significa che nel 2035 la popolazione anziana rappresenterà oltre il 28% di quella complessiva. Numeri enormi, che dovrebbero portare un’amministrazione regionale a compiere scelte strategiche e innovative nel welfare. Cosa fa, invece, la nostra Regione a pochi giorni dall’anno nuovo? Aumenta le rette a carico di anziani e disabili ospitati nelle Case protette'. A parlare sono Paolo Zanca, commissario provinciale Azione Modena e Matteo Richetti, capogruppo Azione alla Camera.

'Lo fa senza alcuna distinzione, un aumento lineare che colpisce i Comuni per gli interventi di sostegno sociale e i quasi 3mila cittadini anziani o disabili di Modena e provincia che usufruiscono di questo servizio. Sono 4.10 euro in più al giorno per ogni ospite modenese, 123 euro in più al mese, che si aggiungono al già pesante carico economico sostenuto dalle famiglie.  In una totale penuria di posti accreditati, cioè a costo calmierato, oggi le rette possono toccare i 3mila euro al mese. Cifre enormi per una famiglia media.  E sempre la nostra Regione cosa fa? Non aumenta le disponibilità di una sola unità: per nuovi posti accreditati bisogna sperare nel 2024, bontà sua.
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L’assessore regionale Taruffi, che di quella “Emilia-Romagna Coraggiosa” che lo ha eletto pare aver dimenticato oltre il nome anche gli ideali, ha completamente ignorato sindaci, amministratori e sindacati che chiedevano di ripensare questa scelta. Non ha nemmeno ritenuto opportuno applicare le fasce Isee, che per quanto sia uno strumento ormai inadeguato di leggere la condizione economica delle famiglie, avrebbe perlomeno aiutato chi si trova in maggiori difficoltà'. 

'E se la giustificazione della Regione sarà - come pensiamo - quella dell’aumento delle utenze, allora non è dalle famiglie che occorre andare a bussare, ma dalle multinazionali, dalle aziende quotate in borsa a partecipazione pubblica come Hera. “Deboli coi forti e forti coi deboli” non è il sistema con cui in Azione pensiamo debba essere amministrata questa Regione. Taruffi è andato dritto per la sua strada, tranquillo che i cittadini andranno a lamentarsi dal loro sindaco, non certo nel suo ufficio in Aldo Moro. Come pensano l’assessore e il presidente Bonaccini che verranno pagate quelle rette? Ve lo diciamo noi, con ennesime rinunce economiche e, cosa ancor più tragica, con la rinuncia al lavoro delle donne, costrette a reinventarsi caregiver. Quello compiuto dalla Regione Emilia-Romagna, una volta portata ad esempio del welfare italiano, è un attacco alle famiglie, ai fragili e alle donne.
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Così come lo è il taglio dei fondi per la non autosufficienza deciso dal Governo di centrodestra. Due facce della stessa medaglia. Occorrono subito più posti accreditati, ma soprattutto occorre ripensare a questa scelta che definiamo inconcepibile per gli effetti che avrà sulla società emiliano-romagnola' - chiudono Richetti e Zanca.
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