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Il 20 gennaio l'Associazione Culturale Russia Emilia Romagna promuove nella Sala civica di Via Viterbo un incontro dal titolo 'Mariupol, la rinascita dopo la guerra'.
'Mariupol, città-simbolo della rivolta popolare del Donbass contro la giunta di Kiev, città martire dell'occupazione banderista durata 8 anni, affronta ora un veloce processo di ricostruzione sotto l'egida delle Istituzioni della Federazione Russia di cui è divenuta parte integrante - spiegano gli organizzatori -. L'Associazione promuove una mostra-conferenza per presentare al pubblico modenese i risultati della nuova amministrazione cittadina dopo la liberazione definitiva nella primavera del 2022, con la resa del battaglione Azov asserragliato nell'acciaieria 'Azovstal'. Parteciperanno in qualità di relatori della conferenza il Presidente dell'Associazione Luca Rossi, il Console Generale della Federazione Russa Dmitry Shtodin, il rappresentanteitaliano del Movimento Internazionale dei Russofili (MIR) Eliseo Bertolasi e il giornalista indipendente Andrea Lucidi'.
Il luogo della conferenza finisce però nel mirino del commissario provinciale di Azione Modena, Paolo Zanca. 'Che in una città come Modena, che si è spesa nell’accoglienza ai profughi ucraini come poche altre in Italia, il Comune si ritrovi a ospitare in una sala civica un incontro a favore del controllo della Federazione Russa su Mariupol è aberrante. Un incontro che si nasconde dietro la parola “culturale”.
Cosa c’è di culturale in questa iniziativa? Mariupol è il simbolo degli orrori inenarrabili degli orchi di Putin, non ultimo il bombardamento del Teatro Drama con 600 civili assassinati, di cui moltissimi bambini. Si è trattato di uno dei peggiori crimini di guerra compiuti dall’invasione russa, come riconosciuto anche da Amnesty International. A Mariupol “più dell’80% dei palazzi e delle abitazioni sono stati rasi al suolo”, sono le parole del suo sindaco'.
'Sappiamo bene che i vari regolamenti comunali per la concessione di sale civiche sono stati redatti con l’intento di dare libero accesso ai servizi, ma a monte dei regolamenti c’è la politica e la storia, la giustizia, la verità non possono essere oggetto di mistificazione e esaltazione dei crimini di guerra, delle invasioni e della perdita di democrazia - afferma Zanca -. Soprattutto in una città come Modena, una delle culle della Resistenza e della Lotta Partigiana, una delle città i cui abitanti, associazioni e enti si sono spesi per l’Ucraina e il suo diritto di esistere, una città che non può essere “sporcata” dai massimi esponenti della propaganda filo russa. Invitiamo il sindaco di Modena, come minimo, a dissociarsi da questa iniziativa e chiarire la posizione del Comune in merito all’invasione dell’Ucraina'.
Redazione Pressa
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