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Si è tenuta a Capodanno a Bologna la settima Marcia della pace e dell'accoglienza organizzata dal Portico della Pace di Bologna. A sfilare tra gli altri il vescovo di Bologna Matteo Zuppi, don Mattia Ferrari, Alessandro Bergonzoni e Maurizio Landini.
'La pace è pratica. Io non sono filo putiniano o filo atlantista, sono filo, siamo fili per unire quello che altri hanno squarciato e hanno usato per potere, per costruire e vendere armi continuamente - ha detto Bergonzoni -. Grazie di marciare per non marcire, noi mai arresi'.
'Natale è tempo di Pace in Ucraina, in Europa e nel Mondo - avevano detto gli organizzatori -. Chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine europee di mobilitarsi per la pace, dal Natale cattolico e protestante al Natale ortodosso. Per il cessate il fuoco e per il negoziato.
Chiediamo la convocazione di una conferenza di pace per costruire la sicurezza condivisa in Europa. In Europa oggi abbiamo una macchia nera: l’Ucraina. Per restituirle i colori, la guerra deve essere sconfitta. Questa è la ragione del nostro logo. Crediamo fermamente che la pace debba essere raggiunta attraverso la via diplomatica promossa dalle Nazioni Unite. Chiediamo un immediato cessate il fuoco e negoziati. Ripudiamo questa guerra come tutte le guerre. Respingiamo la violenza ed esprimiamo solidarietà concreta al popolo ucraino. Chiediamo che le Nazioni Unite convochino una conferenza di pace internazionale e che tutti gli Stati membri si impegnino per fermare tutte le guerre e costruire una sicurezza condivisa. L’Europa avrebbe potuto e dovuto evitare la guerra in Ucraina. Adesso dovrebbe essere protagonista di una politica di pace. Costruiamo insieme la nostra Europa per la pace'.
'Oggi è una giornata importante perché 75 anni fa entrava in vigore la nostra Costituzione che ripudia la guerra - ha detto il cardinale Matteo Zuppi, nel suo discorso dal palco di piazza Nettuno davanti a 3.000 persone con fiaccole e bandiere -. Dobbiamo continuare a ripudiare la guerra, ovunque e da tutte le parti del mondo e pensare a dar e forza a tutti gli strumenti sovranazionali'. Zuppi ha ricordato anche le parole di Benedetto XVI e la sua definizione, durante la prima guerra mondiale, di 'inutile strage'.
'Chiedeva un'entità sovranazionale che risolvesse i conflitti. Invece siamo andati indietro, anche dopo la consapevolezza della seconda guerra mondiale. Dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per risolvere tutti i conflitti. Il rischio è che la guerra si eternizzi, ci sono delle guerre che non sappiamo più quando sono iniziate. In Somalia è dal 1992 che c'è la guerra. La pace è l'unica parte, altrimenti tutto è contro. Non abituiamoci alla guerra. Nel 1923 nasceva un signore che si chiamava don Lorenzo Milani e a Barbiana c'è ancora la scritta 'I care'. Continuiamo a dire: non ce ne freghiamo, ma continuiamo a interessarci'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>