Se si guarda al profilo dei richiedenti emiliano-romagnoli si scopre che chi ha presentato domanda di prestito aveva, all’atto della firma, mediamente, quasi 45 anni; nel 45,3% dei casi a presentare domanda di finanziamento è stata una donna, percentuale più elevata rispetto alle richieste di prestito totali, dove la quota femminile di richiedenti si ferma al 28,8%.
Il dato diffuso da 'Facile.it' è chiaro: i tempi di attesa sempre più lunghi della sanità pubblica spingono i cittadini a rivolgersi altrove per ottenere le prestazioni specialistiche e gli esami diagnostici.
Questo maggiore esborso – commenta Antonio Platis, vice coordinatore regionale e capogruppo Fi in Provincia - non sempre si riesce a coprire con i risparmi e quindi, ancora una volta, sono i più fragili a doversi trovare ulteriormente in difficoltà.
Quante volte al Cup o in farmacia ci siamo sentiti dire che non c’è posto o che la lista è chiusa? I tempi di monitoraggio della Regione – come ricordava anche ieri in Consiglio Regionale la nostra Valentina Castaldini – sono reali o artefatti per far credere che va tutto bene? La Regione ha delle responsabilità e, soprattutto, deve spiegare come ha impiegato le risorse destinate da Roma all’abbattimento delle liste di attesa.
È evidente – conclude Platis – che la nostra Regione lasci ancora più indietro chi è fragile, sia economicamente sia di salute'.