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'L'amministrazione della città si vanta spesso dell'offerta culturale di Modena, ma qual è il ritorno economico e di immagine di certi eventi? Prendiamo ad esempio BUK Festival che si è appena concluso. Due giorni presso il Chiostro San Paolo in via Selmi, location strepitosa tra l'altro. Leggiamo dal sito del festival; 'Nasce con l’intenzione di dare spazio e voce alle centinaia di piccoli editori italiani e non solo, che ogni anno presentano a Modena la loro ricca offerta culturale.', e ancora 'Buk si propone come iniziativa di riferimento della scena culturale nazionale ed internazionale.' Chiunque abbia visitato BUK in questi giorni si sarà senz'altro accorto che gli espositori erano una ventina, alcuni neanche editori'.
La critica arriva da Manuela Spaggiari, segretario provinciale Noi Moderati.
'Sempre guardando il loro sito, ci si accorge che degli espositori presenti lo scorso anno, solo nove hanno confermato la propria presenza nel 2024.
In poche parole, dove sono le centinaia di piccoli editori di cui si parla? La cosa che sorprende ancora di più, è la totale assenza di case editrici modenesi. Un festival dell'editoria organizzato a Modena, senza editori locali? Quali sono le ragioni? Nelle primissime edizioni di BUK erano presenti, poi sono spariti. Sarebbe interessante scoprire come mai - chiude Spaggiari -. Facendo una veloce ricerca online, si scopre che c'è un'enorme rassegna stampa ma di commenti e recensioni davvero pochi. Nelle foto pubblicate sulle pagine ufficiali Facebook e Instagram si nota subito anche il poco pubblico presente, ad esclusione dell'incontro con Eliana Liotta e Andrea Segrè. Questo sarebbe il 'riferimento della scena culturale nazionale ed internazionale' di cui si parla sul sito? Gli importanti partner del territorio, tra cui Fondazione e Camera di Commercio sono soddisfatti dei risultati? L'assessore alla cultura Andrea Bortolamasi è soddisfatto?'
Redazione Pressa
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