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“Centro storico ‘ostaggio’ di Airbnb?” La domanda, volutamente provocatoria, se la pone Modena Civica, che tra i punti del suo programma elettorale inserisce proprio la questione abitativa. Il grande lavoro svolto in questi anni dall’amministrazione per rendere la città ancora più attrattiva dal punto di vista turistico e il parallelo aumento dell’appeal per gli studenti universitari, ha creato una distorsione del mercato degli affitti, con sempre meno alloggi a disposizione a prezzi insostenibili per famiglie e giovani. A peggiorare il quadro generale è il boom degli affitti brevi disponibili sul portale Airbnb, che - numeri alla mano - ha visto crescere le soluzioni presenti sulla piattaforma dalle 643 del 2019 alle oltre 800 attuali, con un’occupazione media del 58,9% e una permanenza di 2,7 notti.
“E’ evidente che questo fenomeno va a peggiorare la disponibilità degli affitti tradizionali, ricercati disperatamente da famiglie, studenti e lavoratori – affermano Katia Parisi, capolista di Modena Civica, e i referenti sul tema ‘casa’ Rosario Maragò, Lucia Sassi e Costantino Zara -. Sia chiaro, nessuno vuole limitare la libertà del mercato, ma è evidente che esiste uno squilibrio evidente, specialmente dal punto di vista di oneri fiscali e norme. L’attuale mercato propone stanze singole a quasi 500 euro al mese e appartamenti, spesso datati, a oltre 1200 euro, cifre inaffrontabili anche per famiglie che hanno un doppio stipendio. Il fenomeno Airbnb sta interessando in particolare il centro storico, con tantissimi appartamenti proposti sulla piattaforma, spesso stanza singole con metratura ridotta. Questa tendenza, da una parte positiva perché dimostra l’attrattività turistica di Modena, rischia però di trasformare la natura stessa del cuore cittadino, sottraendolo ai residenti e a chi vorrebbe viverci per lungo tempo.
Per tutte queste ragioni è necessario ragionare urgentemente su come intervenire”.
Alla luce della deregulation vigente e di un quadro normativo nazionale che stenta a prendere una direzione chiara, Modena Civica propone alcune strade per accendere un faro ancora più attento sul fenomeno degli affitti brevi e il mercato immobiliare in generale.
“La nostra proposta è di istituire un Osservatorio fisso sul mercato immobiliare, che coinvolga le associazioni e tutti i portatori d’interesse per indirizzare ancora meglio le politiche abitative dell’amministrazione. Potrebbe essere l’occasione anche per ragionare insieme su un possibile Regolamento dedicato agli affitti brevi, con alcuni punti fermi derivanti anche dal nuovo Pug che stabilisce regole, per esempio, sulle misure minime diverse degli alloggi per il contesto del centro storico (50 metri quadri) e per le altre aree della città (60 metri quadri)”.
“A questo – aggiungono Parisi, Maragò, Sassi e Zara – si aggiungono altre proposte di Modena Civica come la gestione diretta del Comune di Agenzia Casa, il cambio di destinazione gratuita di uffici ad abitazioni, l’implementazione di alloggi pubblici per studenti e l’istituzione di un fondo morosità per incolpevoli”.
Redazione Pressa
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