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Lunga fila all'ingresso poi, in attesa dell'inizio dell'appuntamento, lunga fila anche per firmare il registro delle presenze e per ricevere la dedica del generale sul libro appena acquistato. Che si interromperà con l'inizio dell'intervista e proseguirà dopo. C'è chi in mano, da farsi autografare, ne ha addirittura quattro copie.
Dal tema ambientale passando per quello energetico, dal tema della immigrazione a quello delle politiche di genere. 'Sono un soldato e non avrei mai pensato di diventare famoso come scrittore' - afferma.
Il generale Vannacci a Modena, nell'incontro e per la presentazione del libro organizzato dall'Associazione Aretè, affronta i temi del suo libro a 360 gradi, davanti a una sala gremita da 200 persone a sedere e centinaia di persone impossibilitate ad entrare.
Incalzato dal giornalista Francesco Baraldi, il generale descrive il suo concetto di 'normalità', sottolineando come quelle che sino ad ieri erano posizioni finanche banali, ora sono divenute rivoluzionarie. In un mondo, appunto, all'incontrario. Dove la normalità e la banalità diventano rivoluzionarie. Normalità, concetto difficile da affrontare. Terreno scivoloso sul quale addentrarsi. Ma come in una missione militare Vannacci lo fa nel libro e a voce con parole semplici. 'È data dalla statistica. È normale ciò che rappresenta la maggioranza. Non è detto che sia migliore o peggiore, ma è maggioranza. E in questa maggioranza ci sono gli eterosessuali. Prima di scrivere su questo capitolo ho consultato le statistiche. Le più aggiornate, quelle inglesi, ci dicono che solo il 3 per cento non si riconosce nell'essere eterosessuale. Il fatto che oggi ci sono minoranze che vogliono imporre le loro idee, ostentando il loro essere. Le minoranze sono di per sé anormali. Il punto è che se chiamo anormale un Carabiniere non ricevo né attacchi né denunce, se chiamo anormale un omosessuale sono attaccato duramente'. E di attacchi Vannacci da Modena ne ha ricevuti tanti, a distanza, nei giorni scorsi, a mezzo stampa. In primis da Cgil ed Anpi, che addirittura hanno messo il generale al bando da una città come Modena medaglia d'oro della Resistenza, accostandolo a posizioni di stampo fascista. 'La Cgil farebbe meglio a fare sindacato, per quanto riguarda le opinioni diverse sono tali. Ma io dico a coloro che mi attaccano di venire in sale come queste per confrontarsi direttamente ma qui non vedo nessuno. Ieri sera a Parma c'era un solo anziano signore con un cartello che mi contestava, e mi ha fatto anche un po' tenerezza. Per il resto chi usa parole dure e per certi aspetti anche gravi si commenta da solo'.

La domanda lo porta poi sul terreno dell'ambientalismo e dell'energia. 'Per essere ambientalisti occorre essere ricchi - afferma Vannacci -. Solo gli stati ricchi infatti possono permettersi la cosiddetta transizione energetica, mentre quelli più poveri si concentrano sulla sopravvivenza e non sulle politiche green. Anche se eliminassimo noi tutto ciò che non è definito il Green incideremo soltanto per l'uno per cento rispetto all'inquinamento che viene prodotto nel resto del mondo. Ridurre i tempi della cosiddetta transizione energetica è sbagliato oltre che comportare costi enormi'.
'A casa ho pannelli fotovoltaici per esempio, ma queste tecnologie inquinano anche nel momento della produzione. Non tutti possono permettersele e non a caso la loro diffusione è comunque legata ad incentivi statali. Io per esempio l'ho ammortizzata nel corso di dieci anni. Credo che il futuro sia nell'energia nucleare. Ci vogliono vent'anni per costruire una centrale? Tra vent'anni sicuramente senza centrali nucleari non avremmo risolto il problema energetico e quindi è meglio pensare al futuro, al futuro dei nostri figli'.
Sul fronte della immigrazione Vannacci ribalta il concetto del 'fenomeno inevitabile'. 'Se fosse evitabile - afferma Vannacci - non ci sarebbero paesi civili come Giappone e Australia che attuano politiche precise per fermare l'immigrazione'. Ed è proprio sull'immigrazione che vuole concludere l'incontro con un messaggio suo personale. Detto anche se non richiesto. 'Gli immigrati che sbarcano non sono da considerare eroi quelli da considerare eroi sono quelli che rimangono perché combattono per avere condizioni migliori nei loro paesi e per garantire in quei paesi un futuro ai loro figli'.
Due domande dal pubblico per concludere. Una sugli attacchi di Cgil e Anpi alla quale ilgenerale aveva già di fatto risposto e una in relazione ai vaccini Covid. 'Ho fatto due dosi di Sputnik, poi non essendo riconosciuto in Italia, ne ho fatte due di Moderna. Sinceramente non so giudicare e non ho i mezzi, ho fatto un atto di fiducia, come quando vado su un aereo e mi fido del pilota'.
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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