Raffaella Regoli suoi canali social dà conto, come aveva promesso, della realtà di discriminazione subita da chi, come lei, non ha il certificato verde. Lo ha fatto anche ieri da Trieste nel suo 'diario di una dissidente'.
'Mi trovo sul molo di Trieste, per me è il nono giorno di sospensione - spiega la nota giornalista -. Sono tornata a Trieste, questa è la città da dove tutto è partito, da dove è cambiata la lotta al Green Pass. Pochi chilometri da qui c'è il famoso varco 4 dove la mattina del 18 ottobre mentre i portuali pregavano in ginocchio la polizia è arrivata con idranti e lacrimogeni.
'Oggi mi fa impressione ritrovarmi qui, mentre in Ucraina è scoppiata la guerra che calpesta vite umane di bambini e civili. Mi fa amarezza che qui in Italia siamo ancora qui a combattere per diritti che sembravano sanciti, io oggi senza Green Pass per entrare in un bar, in bagno, ho dovuto chiedere il favore a un barista - continua Raffaella Regoli -. Mi fa rabbia in un momento così delicato della storia mondiale, essere qui in Italia a dover combattere per diritti violati. Oggi per me questa è stata una città blindata: sono venuta al molo Audace dove per la prima volta questa città è stata unificata all'Italia per cercare un abbraccio e una accoglienza che invece non ho trovato'.