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'Risale a otto anni fa, era il 2016, il progetto di sicurezza partecipata lanciato dal comune di Modena e le prime presentazioni per coinvolgere i cittadini nei Gruppi di Vicinato' - a parlare è l'onorevole Daniela Dondi, deputato di Fratelli d’Italia.
'Anni sono trascorsi e la situazione sicurezza a Modena è andata peggiorando. Nell’autunno del 2023, in un incontro con i Gruppi di Controllo di Vicinato, nel frattempo aumentati di numero, il Prefetto ha sottolineato la necessità di continuare a mantenere la massima attenzione sulla crescente domanda di sicurezza proveniente dalla collettività e, pertanto, l'esigenza di perseguire, con azioni integrate, più elevati livelli di tutela generale e di tranquillità per i cittadini, in attuazione del Patto per Modena sicura, rinnovato, alla presenza del Ministro dell'Interno, in vigore fino al 2025 - continua la Dondi -.
Quel Patto che nel suo Articolo 1 sancisce, fra gli obiettivi da conseguire attivare percorsi di ascolto e confronto con le diverse rappresentanze sociali, economiche e culturali della città, nonché con la rete dei cittadini del Controllo di vicinato, al fine di definire in maniera condivisa e partecipata le specifiche esigenze'.
'Rimango negativamente colpita dal fatto che nel Patto per Modena sicura non una volta si nominino i normali cittadini modenesi che non appartengono ad associazioni, gruppi, comitati. Semplici cittadini che potrebbero volere essere ascoltati per denunciare situazioni di insicurezza, degrado, violenza. Pare non abbiano diritto all’ascolto e al confronto. Pare le loro voci non debbano raggiungere la “cabina di regia”. In altre parole non possano disturbare il manovratore. Ecco credo questo debba cambiare completamente e chiunque abbia il diritto all'ascolto, qualsiasi sia il suo stato, la sua appartenenza. In questo risiede lo spirito della democrazia'.
Redazione Pressa
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