Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Nel giugno dello scorso anno l'amministrazione comunale, in risposta ad una interrogazione sullo stato dei lavori, aveva annunciato che a seguito del ritardo nell'approvazione del progetto strutturale era stata accettata la richiesta di deroga al termine dei lavori di un anno presentata dalla ditta appaltatrice impegnata nei lavori di ristrutturazione della palazzina storica all'interno del Comparto “Ex Fonderie Riunite”. Di fatto il blocco 1 dei 4 dell'intero comparto e relativo all'edificio che dovrebbe ospitare la nuova sede dell'istituto storico.
Dall'estate 2022, in cui i lavori dovevano essere conclusi, all'estate 2023, precisamente il 31 luglio 2023. Nero su bianco, così come lo è oggi il mancato impegno. Basta passare in zona e dare una occhiata anche solo dal cavalvavia di Ciro Menotti per avere contezza di quanto i lavori oggi siano ben lontano dall'essere conclusi.
Nonostante siano trascorsi ormai 4 anni da quel 26 novembre 2019, data di approvazione, da parte delle Giunta Comunale, del progetto esecutivo dei lavori del valore di 3,7 milioni di euro, e dall'aggiudicazione dei lavori alla I.T.I Impresa Generale S.P.A. per un importo netto di 2,4 milioni di euro + iva.
L'inizio dei lavori, che dovevano comprendere anche la bonifica dell'area ex industriale alle porte del centro abbandonata da più di 30 anni e oggetto di diverse ipotesi progettuali di riqualificazione puntualmente naufragati, procedette speditamente. Vennero demolite le parti interne della palazzina, mantenendo muri portanti ed esterni, ma dopo alcuni mesi arrivò lo stop. Fino allo scorso anno. Il 12 luglio 2022 l'impresa chiede una proroga dei termini di ultimazione dei lavori di 365 giorni, in considerazione di un non meglio specificato 'ritardo nell'approvazione del Progetto strutturale'. Riportato nella determina con cui il Comune ha concesso la proroga. Di 365 giorni, appunto, fissando il nuovo termine di ultimazione dei lavori al 31.07.2023.
Dopo decenni di progetti naufragati, di progetti partecipati finiti nel nulla, si allontana sempre più la possibilità, anche al termine del secondo mandato quinquennale del sindaco Muzzarelli, di vedere ealizzata anche la prima e più piccola unità frazionale (quella appunto riguardante la palazzina), delle 4 che compongono il comparto delle ex fonderie. In un'area che nonostante le enormi potenzialità offerte anche da una posizione privilegiata, in area ex industriale di fatto alle porte del centro, è da 30 anni simbolo di degrado e di mancanza di prospettiva, anziché di sviluppo.
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>