Ed è questo sadismo, questa ferocia accolta con giubilo da una fetta di popolazione che fa paura. Il concetto è chiaro: 'noi abbiamo rischiato' (perchè molti al di là della tanto sbandierata sicurezza del farmaco anti Covid ragionano così) e 'adesso devi rischiare anche tu, altrimenti non è giusto'.
Un ragionamento che rispecchia il Male di una società. La giustizia ora non sta nel fare scelte personali che si ritengono sagge, ma nell'imporre a tutti le stesse scelte, una sorta di 'mal comune mezzo gaudio' rispolverato in salsa sanitaria.
Un Paese così fa paura, sì.
Fa paura per la sua ottusa accettazione di ogni norma imposta dal Governo, non importa quanto razionale o irrazionale sia.
Fa paura per la cinica applicazione di tali norme in contesti peraltro non pertinenti.
Fa paura la totale spersonalizzazione nel recepimento di regole folli. 'Hanno deciso', 'hanno detto', 'loro vogliono'... Come se tutto questo non fosse volontà di un Governo con nomi e cognomi, ma fosse frutto di un desiderata divino, o diabolico poco importa. Perchè l'importante è poter continuare a fare la propria vita di sempre. Vuota di senso, quanto piena di accessori. Dove la stessa idea di un Dio che salva è ridotta a una app sul cellulare. Dove la accoglienza e la accettazione del diverso funziona solo se quel diverso è costruito a tavolino da chi impone cosa deve essere tutto uguale.
Vivere in Italia ora fa paura. Perchè se regole irrazionali che nulla hanno a che vedere con la pandemia (che pur esiste sia chiaro) vengono accettate così senza protestare, tutto da domani è possibile. Ogni inferno può aprirsi.
E infatti tanti sognano di andarsene. Cercano in modo compulsivo speranza e libertà oltre i confini.
Questa è l'eredità che il Governo Draghi ci ha consegnato. Mentre sui grandi giornali si batte la grancassa delle lodi sperticate, mentre un Brunetta qualsiasi promette un sol dell'avvenire radioso, nonostante una inflazione devastante e un caro-energia mai visto, mentre Sanremo canta la sua litania di sempre. Già Sanremo... Unico punto fermo uguale a se stesso, ricordo del Paese pieno di difetti che conoscevamo, un ricordo così dolce rispetto al baratro dal quale oggi osserviamo quel sogno malconcio, eppure appassionato, che un tempo rispondeva al nome di Italia.
Giuseppe Leonelli
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