“L’amministrazione comunale, tradendo gli obiettivi del proprio mandato, poco o nulla ha fatto non solo per potenziare strutturalmente la rete di ricarica elettrica ma soprattutto per proporre una strategia complessiva e di medio - lungo periodo, per agevolare la mobilità elettrica sia di persone che di merci. Il caso ultimo della porta nord della stazione dove un parcheggio rifatto ex novo delle auto, un’area di sosta delle biciclette che doveva essere una velostazione ma non lo è, non presenta nemmeno un servizio di ricarica e nessuna struttura tesa ad agevolare e a premiare chi sceglie la mobilità elettrica, ne è la plateale conferma, anche per il futuro. Perché il caso mostra ai cittadini non solo la mancanza di volontà e capacità politica di azioni concrete nel passato, ma anche per il futuro. Votare Muzzarelli o chi lo sostiene significherebbe confermare l’anno zero in cui ancora oggi ci troviamo sul fronte della mobilità sostenibile. Un fallimento che l’inaugurazione di oggi di una colonnina non può certo cancellare” - afferma Cinzia Franchini di Modena Ora. “Se saremo eletti riprenderemo da subito in mano il progetto porta nord e piano periferie, integrandolo con interventi strutturali a servizio della mobilità elettrica: da un area di ricarica (modello distributore nelle aree di servizio) per le auto, nel piazzale della porta nord coperto con tettoie solari e, più ridotto, della palazzina Pucci, al servizio di chi anche a piedi o in bicicletta si sposterà da e verso il centro sull’asse ex Mercato Bestiame, porta nord stazione Mata, evitando così la barriera ancora oggi rappresentata dal cavalcavia Mazzoni - continua Cinzia Franchini -. Poi punti di ricarica di superficie sia per mezzi e bici sui viali Rimembranze e Libertà, così come al Novi Sad, sia in Piazzale Risorgimento, all’ex Amcm, di fatto nei 4 punti cardinali in direzione del centro. Punti nei quali si inserisce vera alternativa di proposta riguardante il centro storico, vorremmo realizzare almeno 4 piccoli transit point per dove fare incontrare i mezzi dei fornitori con quelli elettrici dei proprietari dei negozi e delle attività del centro. Transit point da aggiungere a quello principale collocato presso l’ex garage Ferrari. Sono tanti a Modena i titolari di attività del centro storico che fino ad ora non hanno acquistato mezzi elettrici al posto dei diesel o benzina oltre che per il costo anche perché Modena oggi non fornisce infrastrutture adeguate per la ricarica dei mezzi. I grandi corrieri espresso già lo fanno in modo autonomo. E’ compito di un’amministrazione coerente e lungimirante porre in condizione anche i più piccoli commercianti e artigiani a farlo direttamente. Gli interventi che realizzeremmo in questo campo, almeno per iniziare a compensare il tempo perso in questi ultimi cinque anni, sarebbero in parte realizzati attraverso l’utilizzo delle risorse provenienti dall’indennizzo per la presenza dell’inceneritore che anche quest’anno dovrebbe superare il milione e mezzo di euro. Proporremmo in questo senso una variazione di bilancio per la destinazione del fondo che vorremmo presto ridursi a seguito della graduale riduzione dell’attività dell’inceneritore che come anche gli ultimi dati relativi allo sforamento dei limiti nel conferimento di rifiuti speciali, rappresenta l’esatto contrario di quello che una politica corretta di racconta e smaltimento di rifiuti oggi esige”.Franchini: 'Mobilità elettrica, solo promesse: Modena è all'anno zero'
Modena Ora commenta l'inaugurazione da parte del sindaco di una colonnina elettrica in piazzale Risorgimento, la prima di 30 postazioni promesse
“L’amministrazione comunale, tradendo gli obiettivi del proprio mandato, poco o nulla ha fatto non solo per potenziare strutturalmente la rete di ricarica elettrica ma soprattutto per proporre una strategia complessiva e di medio - lungo periodo, per agevolare la mobilità elettrica sia di persone che di merci. Il caso ultimo della porta nord della stazione dove un parcheggio rifatto ex novo delle auto, un’area di sosta delle biciclette che doveva essere una velostazione ma non lo è, non presenta nemmeno un servizio di ricarica e nessuna struttura tesa ad agevolare e a premiare chi sceglie la mobilità elettrica, ne è la plateale conferma, anche per il futuro. Perché il caso mostra ai cittadini non solo la mancanza di volontà e capacità politica di azioni concrete nel passato, ma anche per il futuro. Votare Muzzarelli o chi lo sostiene significherebbe confermare l’anno zero in cui ancora oggi ci troviamo sul fronte della mobilità sostenibile. Un fallimento che l’inaugurazione di oggi di una colonnina non può certo cancellare” - afferma Cinzia Franchini di Modena Ora. “Se saremo eletti riprenderemo da subito in mano il progetto porta nord e piano periferie, integrandolo con interventi strutturali a servizio della mobilità elettrica: da un area di ricarica (modello distributore nelle aree di servizio) per le auto, nel piazzale della porta nord coperto con tettoie solari e, più ridotto, della palazzina Pucci, al servizio di chi anche a piedi o in bicicletta si sposterà da e verso il centro sull’asse ex Mercato Bestiame, porta nord stazione Mata, evitando così la barriera ancora oggi rappresentata dal cavalcavia Mazzoni - continua Cinzia Franchini -. Poi punti di ricarica di superficie sia per mezzi e bici sui viali Rimembranze e Libertà, così come al Novi Sad, sia in Piazzale Risorgimento, all’ex Amcm, di fatto nei 4 punti cardinali in direzione del centro. Punti nei quali si inserisce vera alternativa di proposta riguardante il centro storico, vorremmo realizzare almeno 4 piccoli transit point per dove fare incontrare i mezzi dei fornitori con quelli elettrici dei proprietari dei negozi e delle attività del centro. Transit point da aggiungere a quello principale collocato presso l’ex garage Ferrari. Sono tanti a Modena i titolari di attività del centro storico che fino ad ora non hanno acquistato mezzi elettrici al posto dei diesel o benzina oltre che per il costo anche perché Modena oggi non fornisce infrastrutture adeguate per la ricarica dei mezzi. I grandi corrieri espresso già lo fanno in modo autonomo. E’ compito di un’amministrazione coerente e lungimirante porre in condizione anche i più piccoli commercianti e artigiani a farlo direttamente. Gli interventi che realizzeremmo in questo campo, almeno per iniziare a compensare il tempo perso in questi ultimi cinque anni, sarebbero in parte realizzati attraverso l’utilizzo delle risorse provenienti dall’indennizzo per la presenza dell’inceneritore che anche quest’anno dovrebbe superare il milione e mezzo di euro. Proporremmo in questo senso una variazione di bilancio per la destinazione del fondo che vorremmo presto ridursi a seguito della graduale riduzione dell’attività dell’inceneritore che come anche gli ultimi dati relativi allo sforamento dei limiti nel conferimento di rifiuti speciali, rappresenta l’esatto contrario di quello che una politica corretta di racconta e smaltimento di rifiuti oggi esige”.Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.
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