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Green pass, Agamben: 'Qualcosa di ingiusto e inumano è stato introdotto'

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Il grande filosofo in Senato: 'Dopo aver seminato per quasi due anni il terrore e la paura si seminano cosìora l'odio e la discriminazione'


Green pass, Agamben: 'Qualcosa di ingiusto e inumano è stato introdotto'
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E' un discorso che lascerà un segno indelebile nella storia del nostro Paese quello pronunciato ieri in Comissione in Senato dal grande filosofo italiano Giorgio Agamben. Una commissione convocata per discutere sull'ultimo Decreto legge sul Green Pass. Ecco l'intervento integrale di Agamben.

Prima di entrare nel merito del Decreto Legge sul Green Pass rafforzato, vorrei ricordare ai parlamentari una dichiarazione di principi nota come il Codice di Norimberga. Siamo nel 1947 al momento in cui si stanno celebrando a Norimberga i processi ai medici che durante il nazismo si erano resi colpevoli di gravi crimini compiendo esperimenti a volte letali sui detenuti nei lager ed eseguendo fino alle estreme conseguenze la politica eugenetica del regime.

In questa occasione la Corte davanti agli evidenti eccessi del potere medico ritenne necessario formulare una dichiarazione sui principi etici e giuridici che avrebbero dovuto regolare il rapporto fra i medici e i soggetti umani e questo è appunto quello che chiamiamo oggi il codice di Norimberga.



La dichiarazione esordisce affermando che in questo rapporto il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale e che questo consenso deve essere esercitato liberamente cioè, cito le parole del codice, senza l’intervento di qualsiasi elemento di forzatura, inganno, costrizione, esagerazione o altra ulteriore forma di obbligo o coercizione.

Mi domando se noi oggi siamo in presenza di un simile consenso volontario. Perché ho evocato questa dichiarazione? Perché credo che oggi sia più che mai necessario comprendere che medicina e politica devono essere chiaramente distinte e che ragioni scientifiche non possono essere evocate per giustificare provvedimenti che sono per loro natura necessariamente politici. Penso, cari senatori, che dovrebbe farvi riflettere il fatto che il primo esempio di una legislazione in cui uno stato interviene in modo obbligatorio sulla salute dei cittadini, è la legge sulla protezione del popolo tedesco dalle malattie ereditarie che Hitler fece approvare nel 1933 appena salito al Governo.

Questa legge portò alla formazione di speciali commissioni mediche che decisero la sterilizzazione forzata di 400mila persone.

La medicina ha il compito di curare le malattie secondo i principi che il giuramento di Ippocrate sancisce irrevocabilmente e che vengono oggi invece trasgrediti in punti essenziali con l’autorizzazione del Governo, pensate se stringendo un patto che è necessariamente ambiguo e indeterminato coi Governi, la medicina si pone surrettiziamente in posizione di legislatore non soltanto questo non giova alla salute degli individui ma può condurre, e di fatto sta conoscendo, a limitazioni inaccettabili della loro libertà rispetto alle quali le ragioni mediche offrono il pretesto ideale per un controllo senza precedenti. E’ accettabile che per una malattia di cui, secondo le parole appena pronunciate dal professor Palù, la letalità è dello 0,2% è accettabile per una malattia con questa letalità dello 0,2%, che tutto un Paese sia sconvolto e terrorizzato e limitato nelle sue libertà di movimento, di lavoro eccetera?

Vengo ora al decreto su cui siete chiamati a votare. Penso che dovreste sapere, come ormai accettato da fonti autorevoli internazionali scientifiche, che il vaccino non protegge dal contagio e che dopo un paio di mesi il vaccinato si trova rispetto alla malattia nella stessa situazione del non vaccinato, di qui la necessità che dovrebbe far riflettere chiunque ha buonsenso, di una terza dose e domani perché no di una quarta, all’infinito. Se il vaccino è efficace perché c’è bisogno di una terza dose ed eventualmente anche di ulteriori? Di fronte a queste evidenze, il Governo coadiuvato in questo da media sempre più irresponsabili, ha preferito fare la cosa peggiore che si può fare in una società, cioè dividere i cittadini in due classi nemiche: i vaccinati, portatori di un green pass anche questo in continua mutazione adesso è super green pass, domani sarà super super green pass, da una parte e gli altri, definiti con un termine negativo che ricorda il non ariani della legislazione fascista del 38, definiti no-vax sbrigativamente.

Dopo aver seminato per quasi due anni il terrore e la paura si seminano così ora l’odio e la discriminazione accusando senza alcun fondamento chi ha scelto di non vaccinarsi di danneggiare coloro che come vaccinati dovrebbero essere sentirsi protetti e che evidentemente non si sentono tali. Una società così divisa e fondata sull’odio e sulla insicurezza non è una società libera. Io credo che il nostro Paese stia scivolando in una barbarie che non ha precedenti nella sua storia. Una barbarie in cui a me pare di trovare ogni giorno di più quella che Primo Levi ha definito la vergogna di essere uomini. La vergogna cioè, per usare le sue parole, che qualcosa di ingiusto e di inumano sia stato irrevocabilmente introdotto nel mondo delle cose che esistono. Ed è in nome di questa vergogna che chiedo ai senatori di interrogarsi e di riflettere a lungo prima di votare il loro consenso a un decreto legge ingiusto e inumano.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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