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“Serve una legge nazionale più forte in materia di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli rispondendo in Consiglio comunale giovedì 20 gennaio all’interrogazione sull’uso corretto della fascia tricolore da parte dell’assessora alle Pari opportunità Grazia Baracchi partecipando alla manifestazione a favore del disegno di legge Zan organizzata da Arcigay Modena lo scorso 30 ottobre, dopo la decisione del Senato di bloccarne il percorso di approvazione.
L’interrogazione, presentata da Elisa Rossini, capogruppo di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, infatti, citando provvedimenti normativi e circolai ministeriali, metteva in dubbio la correttezza della partecipazione alla manifestazione di protesta da parte di un assessore con fascia tricolore, per il valore simbolico che questa assume, anche in ragione del fatto che “parte della comunità locale vedeva con sfavore il contenuto del disegno di legge Zan”.
Il sindaco ha chiarito che “non c’è stato alcun utilizzo della fascia tricolore contrario alla legge: essa è sempre stata indossata in maniera consona e corretta”; per poi precisare che la normativa è chiara nello stabilire il principio della rappresentatività per l’uso della fascia tricolore da parte del sindaco o di un suo delegato in modo che in una specifica iniziativa sia “visivamente notata la presenza dell’autorità comunale in rappresentanza della municipalità”.
“Abbiamo detto da tempo – ha affermato il sindaco – da che parte stiamo in materia di diritti civili e lotta alle discriminazioni”.
Muzzarelli ha poi ricordato di aver sfilato di aver sfilato con la fascia tricolore al Modena Pride del 2019, manifestazione con il patrocinio del Comune al qualche hanno preso parte poco meno di 20 mila persone, e ha sottolineato che il Comune “è impegnato quotidianamente a sostenere progetti concreti e azioni di sensibilizzazione contro la violenza e le discriminazioni di genere; a sostegno della inclusione sociale, contro l’odio, il bullismo, il razzismo ed i pregiudizi verso il mondo LGBT”.
Sono temi su cui serve una legge nazionale (“senza fronzoli o retaggi ideologici di qualunque matrice”), così come serve una legge che sui diritti di cittadinanza (ius soli e ius culturae) che “colmi il vuoto da tanti punti di vista inspiegabile e insopportabile”.
In replica la consigliera Rossini ha affermato che “anche volendo applicare un’interpretazione estensiva dalla legge che regola l’utilizzo della fascia tricolore, rimane il fatto che deve rappresentare la comunità: indossarla in una manifestazione contro un atto parlamentare che ha prodotto un grande dibattito è un atto fortemente divisivo e di grande irresponsabilità”.
Il sindaco Muzzarelli ha concluso ribadendo la correttezza sull’utilizzo della fascia tricolore ribadendo la scelta politica: “Ho sentito opinioni, tutte legittime, ma si tratta di opinioni sull’opportunità o meno di partecipare a un’iniziativa. E questo rappresenta una scelta politica”.
Il dibattito
Nel dibattito che si è aperto dopo la trasformazione in interpellanza, Barbara Moretti (Lega Modena) ha affermato che “sfilare con la fascia tricolore in una manifestazione di protesta è una strumentalizzazione politica e un comportamento di parte. La fascia dovrebbe essere usata in situazioni ufficiali e istituzionali perché rappresenta tutti i cittadini, qui, invece, si è piegata l’istituzione a una visione politica di parte”.
Anche Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha osservato che la manifestazione “era legittima ma di parte e per di più contestava una decisione presa dal Parlamento. Gli assessori avrebbero potuto partecipare a titolo personale ma non a nome dell’amministrazione che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini e non solo una parte”.
Per il Pd, Alberto Bignardi ha sottolineato che “la partecipazione dell’assessora alle pari opportunità a una manifestazione contro la discriminazione è coerente con il suo mandato”. Il consigliere ha anche ricordato che la proposta di legge Zan “non si riferiva solo alla discriminazione di genere e a causa dell’orientamento sessuale ma anche, per esempio, a quella causata dalla disabilità: mi piacerebbe una destra con una visione più aperta della società, che porta diritti a tutti”. Irene Guadagnini ha ribadito che la fascia tricolore “è un simbolo che viene utilizzato nelle occasioni che interessano tutta la comunità. E anche in questo caso è stato così perché, lo ricordo, il Comune fa parte da anni della rete Ready contro la discriminazione e questo Consiglio aveva approvato un ordine del giorno a sostegno della legge Zan”.
Antonio Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha commentato che l’uso che è stato fatto della fascia tricolore “non appare conforme alle disposizioni di legge per quanto riguarda la forma. Nella sostanza, il sindaco deve utilizzare la fascia correttamente, rispettandone il valore simbolico: presentarsi in piazza in quella situazione non è corretto dal punto di vista istituzionale e rientra più nella propaganda politica e genera confusione nei cittadini, visto che c’è chi è contrario alla legge Zan”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>