Il ritorno di D'Alema: 'Ma dove prendono il caffè i dirigenti Pd?'

'Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana. Mi domando persino dove prendano il caffè'


L’ex premier nega l’ipotesi di un pericolo fascista, “anche se questa destra è venata di aspetti nostalgici“. E poi passa ad analizzare la crisi del Pd, suggerendo un riavvicinamento al Movimento 5 Stelle. Secondo D’Alema, il governo Conte 2 “ha fatto bene durante il Covid e ha rappresentato con dignità l’Italia nell’Ue. Conte ha portato i soldi del Recovery fund. È caduto per il sabotaggio interno e per alcune pressioni esterne“.
Per D’Alema, la decisione del partito guidato – ancora per poco – da Enrico Letta di presentarsi alle elezioni politiche diviso dal M5S è stato un errore di strategia. “I dirigenti del Pd hanno pensato che la fine di Draghi provocasse un’ondata popolare nel Paese, travolgesse Conte e portasse il Pd, la forza più leale a Draghi, a essere il primo partito. Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana – graffia l’ex presidente del Consiglio – Mi domando persino dove prendano il caffè la mattina, perché il risultato ha detto esattamente l’opposto. La scena del voto è stata dominata dai due leader che hanno contrastato Draghi (Meloni e Conte, ndr). La tecnocrazia evoca sempre il populismo e la vicenda Monti avrebbe dovuto vaccinare il Pd”.
Ma l’ex premier ne ha anche per il Terzo polo: secondo lui, nell’alleanza saltata con Calenda e Renzi “Letta è stato fortunato.
Quest’alleanza avrebbe portato Conte al 20%”. Il suggerimento di D’Alema, in vista della fase congressuale che deciderà il futuro dei dem, è quindi di tornare all’alleanza con il M5S.
Nel corso dell’intervista, D’Alema rimarca lo scollamento tra il Pd e il mondo che rappresenta e le classi popolari: “Le élite economiche e culturali del Paese, quelle che leggono i giornali, non hanno più rapporti con la realtà. Sa che mi hanno detto alcuni vecchi compagni comunisti? ‘Votiamo Conte perché i grandi giornali ne parlano male'”.
Da qui il consiglio di riformare il campo largo, naufragato dopo il mancato voto di fiducia del M5S a Draghi. “Conte ha rifondato e ricollocato il M5S e il Pd ha bisogno di lui perché non intercetta più il voto popolare. Il voto dei poveri, degli operai, si è polarizzato tra la destra e il Movimento, il Pd ne prende davvero pochi. Ora bisogna ricomporre il campo largo”.
D’Alema si tira però fuori dall’agone politico: “Mi capita di sentire Conte ma io non faccio più politica attiva. È un uomo che ascolta e valuta e ha anche un tratto di grande civiltà personale”.
“È una campagna vergognosa – ha dichiarato il presidente D’Alema – quella che si fa su ció che uno avrebbe votato. È una inaccettabile violazione di uno dei principi fondanti della democrazia: la segretezza del voto. In ogni caso la notizia per cui avrei votato Movimento 5 Stelle è falsa”. Conclude D’Alema.
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>