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La Corte Costituzionale boccia anche il referendum sulla cannabis

Cappato: 'La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis'

La Corte Costituzionale ha dichiarato innammissibile il referendum sulla cannabis. Lo ha annunciato il presidente della Consulta, Giuliano Amato, in conferenza stampa dopo la Camera di consiglio. “Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis sulla quale, con le parole, c’è stata una parziale analogia con il quesito dell’eutanasia”, ha precisato Amato.
“Basti dire – ha proseguito il presidente della Consulta – che il quesito è articolato in tre sotto-quesiti. Il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, ma la cannabis è alla tabella 2, quelle includono il papavero la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo – ha spiegato Amato – è sufficiente per farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum.
E ci portano a constatare l’inidoneità dello scopo perseguito”.
“La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia”. Lo scrive su Twitter Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
Via libera della Corte costituzionale invece a cinque dei sei referendum abrogativi sulla giustizia. Gli italiani potranno votare per cancellare la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla stretta alla custodia cautelare, sul via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di un numero di firme tra 25 e 50 e sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati.
“Basti dire – ha proseguito il presidente della Consulta – che il quesito è articolato in tre sotto-quesiti. Il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, ma la cannabis è alla tabella 2, quelle includono il papavero la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo – ha spiegato Amato – è sufficiente per farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum.
E ci portano a constatare l’inidoneità dello scopo perseguito”.
“La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia”. Lo scrive su Twitter Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
Via libera della Corte costituzionale invece a cinque dei sei referendum abrogativi sulla giustizia. Gli italiani potranno votare per cancellare la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla stretta alla custodia cautelare, sul via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di un numero di firme tra 25 e 50 e sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati.

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Redazione La Pressa
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