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C'era anche il sassolese Romano 'Ballilla' Levoni il 2 novembre scorso a Pistoia per la visita del presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Bolsonaro ha reso omaggio al monumento che ricorda il sacrificio dei soldati brasiliani caduti per la Liberazione italiana nella Seconda Guerra Mondiale e ha incontrato lo stesso Levoni, 92enne testimone vivente della storia partigiana, in particolare delle pagine nere del movimento di Resistenza come quella che ricorda la vicenda del comandante Giovanni Rossi.
L'incontro di Levoni con Bolsonaro non è però piaciuto all'Anpi Sassolese che ha duramente criticato l'anziano partigiano accusandolo di 'narrazioni senza fondamento'. E così oggi, a difesa dell'onore di questo coriaceo 92enne è sceso in campo il senatore Lega Stefano Corti.
'Incredibile constatare come ora l'Anpi arrivi a pretendere di censurare il partigiano 'bianco' Romano Levoni che come unica colpa ha quella di avere conosciuto il comandante Rossi ed essere stato testimone oculare di tante nefandezze compiute dai partigiani rossi o presunti tali - afferma Corti -. Noi che in montagna viviamo e abbiamo ascoltato con attenzione i racconti dei nostri nonni sappiamo bene come andarono le cose e di come di santi ed eroi tra i partigiani ce ne furono davvero pochi. Come dimenticare le nefandezze compiute dalla banda Pini che trucidò i 15 questurini in fuga da Modena, le esecuzioni sommarie, gli stupri e i furti fino al martirio del quattordicenne seminarista Rolando Rivi e del parroco di Crocette Don Lenzini. E ancora, le efferate torture inferte ai prigionieri durante il periodo della Repubblica di Montefiorino, come testimoniato anche dallo stesso Gorrieri. Tutti questi fatti l'Anpi non li ha mai ricordati, in compenso ora vuole tappare la bocca ad un ex giovanissimo partigiano decorato al valore dalle forze Brasiliane - chiude Corti -. Invece di valorizzare un testimone lucido di un periodo storico su cui ancora pesa un'ombra fortemente ideologica, lo si fa passare come un anziano da zittire'.
Redazione Pressa
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