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'Lago Santo, rifugio Marchetti ancora chiuso, Regione disinteressata'
La Pressa
Il tema risollevato dal Consigliere Regionale Pelloni: 'A due anni da una risoluzione per sbloccare la situazione la maggioranza PD non ha ancora permesso di votare l'atto'
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“Sono ormai 8 anni che il rifugio Tullio Marchetti al Lago Santo modenese è chiuso e sono passati oltre due anni da quando ho sollevato la questione in Regione, attraverso una risoluzione che impegnava la Giunta a farsi parte attiva nella promozione di un accordo tra le parti interessate che permettesse la riapertura nel più breve tempo possibile dello storico rifugio. Ma la maggioranza Pd dell’Assemblea legislativa, dimostrando un imbarazzante disinteresse nei confronti del turismo e dei residenti di Pievepelago, non ha ancora permesso di portare in votazione l’atto di indirizzo”.
Così il consigliere regionale della Lega Simone Pelloni rilancia l’appello di Emilio Ballestri, proprietario della struttura chiusa da otto anni a causa di una vertenza legale.“Si tratta di una situazione assurda quella del rifugio, sorto nel 1937, che dal 2015, a causa di un contenzioso tra il Comune del modenese e quello di Barga in provincia di Lucca, ha dovuto chiudere al pubblico, senza che, il comune di Barga si sia mai preoccupato di gestirlo o provvedere a una minima manutenzione” ha ricordato l’esponente del Carroccio, sottolineando come questa situazione abbia comportato una “drastica riduzione dell’affluenza di turisti a Lago Santo, tanto auspicata da amministrazioni, esercenti e cittadini, aggravata dal fatto che i cittadini di Pievepelago ad oggi, non possono usufruire liberamente dei loro diritti di uso civico, ma, al contrario, devono pagare un tesserino per esercitare i diritti dei quali sono stati da anni defraudati: uso di legnatico, pascolo, prodotti del sottobosco, funghi compresi”.
Per questo Pelloni nel luglio del 2021 aveva chiesto l’intervento dell’esecutivo regionale per addivenire a un accordo tra le parti interessate da questa disputa territoriale. “Purtroppo, invece, gli anni passano ma il rifugio resta chiuso con grave danno per il turismo locale e i residenti. Questa è l’attenzione all’Appennino celebrata a titoli di giornali dall’amministrazione Bonaccini” ha concluso Pelloni.
Redazione Pressa
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