Meloni: 'Casi covid dalla Cina? Sì controlli, no privazioni libertà'
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Meloni: 'Casi covid dalla Cina? Sì controlli, no privazioni libertà'

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'Abbiamo fatto una campagna per invitare alla vaccinazione gli anziani e i fragili, gli altri si rivolgano al medico che ne sa più di me'


Meloni: 'Casi covid dalla Cina? Sì controlli, no privazioni libertà'
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Prima conferenza stampa di fine anno per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dalla Nuova Aula dei Gruppi parlamentari, la premier traccia un bilancio dei primi mesi del Governo e analizza gli scenari per il 2023.

In caso di una nuova emergenza covid con i casi provenienti dalla Cina “credo che la soluzione siano sempre i controlli, quindi tamponi e mascherine, ma il modello di privazione delle libertà conosciuto in passato non mi è parso così efficace e lo dimostra bene il caso cinese”, ha detto la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno. “Per il momento stiamo affrontando la questione in coerenza con quanto avevamo chiesto di fare in passato. Come ad esempio il tampone per chi arriva dalla Cina ma questa misura rischia di essere non efficace se non viene presa a livello europeo. Il ministro Schillaci mi dice che i casi rilevati sono varianti omicron già presenti in Italia e questo dovrebbe essere tranquillizzante.

La situazione è quindi sotto controllo”.
Parole nuove anche sul vaccino: “Abbiamo fatto una campagna per invitare alla vaccinazione gli anziani e i fragili, che sono le categorie più a rischio per cui mi sento di fare un invito più deciso. Gli altri si rivolgano al medico che ne sa più di me”.

Giorgia Meloni è intervenuta anche sul tema delle parole di La Russa che ha celebrato il Msi dicendosi “molto colpita” dal dibattito innescato dai post del presidente del Senato e di Isabella Rauti sul Msi. “Il Msi ha avuto un ruolo nella storia della Repubblica, quello di traghettare verso la democrazia milioni di italiani che erano usciti sconfitti dalla guerra. È stato un partito della destra repubblicana, ha eletto presidenti della repubblica, pienamente presente nelle dinamiche democratiche della nazione. È arrivato al governo.

Uno può condividere o no, ma è stato un partito della destra democratica e repubblicana“, ha detto la presidente del Consiglio. “A mio avviso – ha aggiunto – ha avuto anche un ruolo molto importante nel combattere la violenza politica, il terrorismo. Ricordo le dichiarazioni di Almiramte che diceva ‘doppia pena di morte per i terroristi di destra’. Non capisco perché qualcosa che era perfettamente presentabile 10, 20, 30 anni fa debba essere impresentabile oggi. Non mi torna il gioco al rilancio eterno, per cui non va mai bene. Si deve sempre dimostrare di più. Il Msi, per esempio, è stato chiarissimo nel suo percorso sull’antisemitismo. Ora alcuni esponenti di quel partito sono tra le massime cariche dello Stato, e ci sono arrivati in modo democratico. Vuol dire che la maggioranza degli italiani non li consideravano impresentabili”.

E poi il tema del Presidenzialismo. “Confermo che il presidenzialismo è una delle mie priorità è un obiettivo a cui tengo particolarmente. Credo che possa fare bene all’Italia una riforma che consenta di avere stabilità e governi frutto dell’indicazione popolare. Il semipresidenzialismo alla francese è il modello dove c’era maggiore convergenza, il concetto è che vorrei fare una riforma il possibile condivisa. Di modelli ce ne sono tanti addirittura se ne potrebbero inventare. Non ho pregiudizi ma la riforma la voglio fare. Il ministro Casellati ha già avviato le sue consultazioni, parlando con i partiti della maggioranza e a gennaio parlerà con l’opposizione. Non escludo iniziative del governo ma se ci fosse la disponibilità a livello parlamentare non avrei preclusioni, ma non sarò sprovveduta da non capire atteggiamenti dilatori. Vorrei lasciare come eredità di questa esperienza istituzioni più stabili”.

Ovviamente il premier ha parlato anche della guerra in Ucraina. “Il principio che sta facendo passare la Russia per cui chi è militarmente più forte può invadere il suo vicino è inaccettabile, spero che prima o poi il governo russo si renda conto dell’enorme errore che sta facendo e decida si fermare questa inaccettabile guerra di aggressione all’Ucraina. Confermo allo stesso tempo che i rapporti anche culturali con la Russia sono solidi e antichi, per questo ho difeso la scelta della Scala di Milano di dedicare la prima a un’opera russa. Non credo che le scelte del governo debbano ricadere sul popolo russo”.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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