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'Abbiamo ricevuto, da parte di residenti esausti, segnalazioni inerenti all’edificio abbandonato di via Rangoni (angolo via Nicoli). Quando ci è stato raccontato e mostrato che l’amministrazione è al corrente della situazione da anni siamo rimasti basiti. Ci siamo recati sul posto e già a occhio nudo è facilmente intuibile in che condizione versa l'area'.
A parlare è Luca Negrini, presidente cittadino di Fratelli d’Italia.
'Negli anni si sono susseguite molteplici problematiche, tuttora ben presenti. Oltre ad un evidente stato di degrado indegnamente visibile che non rende giustizia alla zona residenziale, i cittadini ci raccontano di aver più volte visto soggetti entrare e uscire. Lo stato di abbandono favorisce le occupazioni abusive. Alcune persone dormono all’interno senza dover nemmeno scavalcare la recinzione già abbondantemente recisa in più parti, altri utilizzano lo stabile per l’assunzione di sostanze stupefacenti o per sottrarsi ai controlli da parte delle forze dell’ordine - afferma Negrini -.
È stato registrato anche un aumento di criminalità: alcuni residenti, infatti, hanno subito infrazioni registrando furti proprio nelle abitazioni limitrofe allo stabile abbandonato. Esiste inoltre un tema di messa in sicurezza dello stesso in quanto non sembrano sussistere le condizioni necessarie per garantire la sicurezza fisica delle persone'.
'Fratelli d’Italia chiede che l’amministrazione si occupi celermente e seriamente di questa situazione, raggiungendo e intimando alla proprietà la messa in sicurezza dell’edificio, la chiusura di tutti i possibili ingressi, il ripristino della recinzione in modo che sia stabile, non scavalcabile e resistente. Che sia infine ripulita e igienizzata l’intera area così da ripristinare totalmente il decoro urbano. Infine riteniamo inammissibile che ci siano cittadini che attendono risposte da anni e che in tutto questo sia pervenuta solo qualche comunicazione tramite mail senza comprendere realmente la difficoltà quotidiana che vivono i residenti della zona' - conclude Negrini.
Redazione Pressa
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