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I gruppi consiliari di Fratelli d’Italia, Lega Modena, Forza Italia, Alternativa Popolare, Modena Sociale-Indipendenza e Gruppo Indipendente per Modena con una nota congiunta rivendicano come legittima e doverosa forma di protesta la decisione di abbandonare l’aula del Consiglio comunale di Modena prima della votazione sul rendiconto di bilancio, avvenuta nel corso dell’ultima seduta (straordinaria) del 29 aprile.
Al centro dello scontro una mozione a firma dei gruppi di minoranza che aveva ad oggetto le causali dei pagamenti effettuati dal Comune a favore di Hera Luce nel corso dell’esercizio 2023 e in particolare in forza di una delibera della Giunta comunale del dicembre 2022; delibera che, ad avviso dei sottoscrittori, presentava dei possibili profili di illegittimità per avere prorogato di quattro anni, in assenza di gara pubblica, il servizio di gestione della rete semaforica, come il Consiglio comunale aveva del resto fatto nell’aprile del 2022 con delibera (annullata dal TAR) per il servizio di illuminazione comunale.
'E’ grave che il capogruppo del Partito Democratico si sia strenuamente opposto prima dell’inizio della seduta alla messa in trattazione di una mozione accompagnatoria al bilancio ritenendola atto “non urgente e improrogabile”, ma ancor più grave è che un membro del suo stesso partito – che tuttavia dovrebbe esercitare un ruolo di terzietà istituzionale (ci riferiamo al Presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi) – abbia arbitrariamente ritenuto che tale mozione nulla avesse a che vedere col bilancio (esercitando così una valutazione sul suo contenuto) impedendo al Consiglio comunale di discuterla - affermano in una nota congiunta i consiglieri capogruppo Elisa Rossini, Giovanni Bertoldi, Alberto Bosi, Piergiulio Giacobazzi, Antonio Baldini e Beatrice De Maio -.
Quanto avvenuto in occasione dell’ultima seduta del Consiglio comunale è l’ultimo tassello di una vicenda - quella appunto di Hera Luce, società del gruppo Hera - che vede un macroscopico conflitto di interessi del Comune di Modena, socio di Hera e in quanto tale poco incline, per precisa scelta politica della maggioranza di centro-sinistra, a fare osservare alla multiutility le regole della concorrenza e del mercato, come dimostra la gestione pessima dei rifiuti (mai contestata ad Hera) e l’affidamento diretto (giudicato illegittimo dal Tar Emilia-Romagna con sentenza del gennaio 2023) della gestione della rete di illuminazione pubblica'.
'La convocazione dei comizi elettorali per le elezioni amministrative dell’8-9 giugno 2024 e il conseguente divieto per il Consiglio comunale di approvare atti ad eccezione di quelli “urgenti e improrogabili” (quali appunto il rendiconto di bilancio entro il 30 aprile) è in realtà un pretesto per non affrontare una mozione ritenuta scomoda per il PD: difatti il Consiglio comunale di Modena nel corso della seduta del 15 aprile, avvenuta dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali (11 aprile), aveva approvato due mozioni (ovvero atti di mero indirizzo politico e non provvedimenti) a firma della stessa maggioranza senza che nessuno avesse avuto nulla da ridire. Constatiamo di fronte all’evidente disparità di trattamento di cui sono stati vittima i gruppi di minoranza il silenzio assordante del gruppo consiliare M5s, ormai in procinto di passare “armi e bagagli” con le sinistre che ormai da 80 anni governano la nostra città e che pure solo qualche anno fa faceva delle parole “onestà, onestà” il suo slogan ricorrente'.
Redazione Pressa
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