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'Domenica 4 febbraio scorso c’è stato un incontro del candidato sindaco Pd Massimo Mezzetti su governance e sostenibilità della sanità con la presenza dell’ex ministro, e senatrice Beatrice Lorenzin (ex Forza Italia ora Pd). Forse, dato il tema, la maestra meno indicata, visto che nella sua lunga militanza nei governi Monti, Letta, Renzi la sanità è stata defraudata di oltre 30 miliardi, oppure la più indicata se a profilarsi sono nuovi tagli. Per pochi intimi l’incontro e non pubblico pare, anche se l’avviso fosse ugualmente corso sui canali social nei giorni che l’hanno preceduto (conventicole, carboneria, “che non si sappia in giro che…”)'. A intervenire è il segretario cittadino della Lega Caterina Bedostri.
'Se proprio il candidato sindaco Mezzetti voleva aggiornarsi sulla situazione, deprimente, della sanità modenese, bastava recuperasse il desolante quadro presentato ieri l’altro in Regione Emilia-Romagna: tempi di attesa per visite esami ed interventi chirurgici, già biblici con previsioni di ulteriori allungamenti; prenotazioni alla stregua di un dedalo senza uscite, attese infinite anche solo per parlare con un operatore, visite il più delle volte assegnate a decine e decine di chilometri di distanza: un ginepraio che mina nelle fondamenta il più sacrosanto dei diritti dei cittadini, cioè quello di essere curati e curati bene. Diritto per altro divenuto ormai privilegio: oggi, a Modena chi può permetterselo si rivolge sempre più al privato – la vera direzione intrapresa dalla sanità - mentre chi non è costretto nel migliore delle ipotesi ad aspettare nella peggiore (sempre più frequente a rinunciarvi'.
'La sanità modenese però, non è solo colpita da questi problemi, ci mette pure del proprio. Oltre al dilagante esodo di professionisti ed infermieri, verso strutture private o altro (anche all’estero), l’Azienda ospedaliero-universitaria modenese mostra anche forme di migrazione del tutto singolari e originali. Il professor Giuseppe Porcellini ad esempio, tra i massimi esperti italiani nella chirurgia della spalla, chiamato dall’Università di Modena e Reggio Emilia in accordo con l’Azienda ospedaliero-universitaria nel 2018 per la realizzazione di un Centro di Alta Specializzazione dell’arto superiore, ha recentemente abbandonato il Policlinico per andare... all’Ospedale di Sassuolo. Non ne sappiamo le ragioni, però sorprende che un professore abbandoni un Policlinico universitario per un ospedale di provincia, pur con tutto il rispetto del caso. Ma, la tanto sbandierata struttura di eccellenza ha già finito la sua funzione? Cosa è stato fatto per trattenere il professore? - continua Bedostri -. E non si tratta di un caso isolato. Guardando a fondo poi, a saltare all’occhio sono anche altri recenti spostamenti, sempre dal Policlinico, di alte professionalità universitarie. Pensiamo a quel reumatologo, di indiscussa autorità internazionale, spedito nel pubblico a Reggio Emilia; ad un eccellente oculista, finito in casa di cura privata; il direttore della Radioterapia, un servizio che funzionava in modo eccellente, uscito sbattendo la porta… Ma cosa sta succedendo?'
'Se poi a tutto questo si aggiunge un contesto ambientale di incomprensibile renitenza da parte del Direttore Generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria ad avvalersi della disponibilità di titolati professionisti sanitari universitari per la copertura delle strutture complesse e semplici a direzione universitarie, come invece richiederebbe l’Atto Aziendale (art. 42 Piano Attuativo Locale), le speranze di un qualche miglioramento svaniscono rapidamente. Non è che all’interno degli ospedali modenesi, l’incapacità di gestire situazioni, reparti e persone coadiuvata dal costante sonno della CTSS, presieduta dal sindaco Muzzarelli e dal presidente della Provincia Braglia, abbiano creato una pesante e rifuggente atmosfera di “incompatibilità ambientale”? Ultima amara considerazione è la presenza, sempre domenica 4 febbraio a Palazzo Europa ad una riunione di partito non pubblica, del Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Era forse lì per denunciare queste anomalie? Altrimenti come si spiega la presenza del più alto rappresentante di una istituzione pubblica la cui neutralità verso la politica è la sua maggiore e più preziosa garanzia di libertà e autonomia? - continua Caterina Bedostri -. Un dato di fatto che non lascia presagire nulla di buono per il futuro di Modena, dei suoi cittadini della sua comunità. L’incapacità organizzativo-gestionale degli alti e ben pagati dirigenti sanitari e quella politica (sindaco Muzzarelli e presidente della Provincia Fabio Braglia) hanno portato al collasso l’intera sanità modenese. Il diritto alla salute è un diritto per i cittadini. E da parte nostra come Lega Modena c’è tutta l’intenzione di essere al vostro fianco e di lottare insieme a voi affinché questo sacrosanto diritto sia restituito e garantito nei termini di cure ed assistenza sanitaria di qualità ed alto livello. L’occasione per imboccare questa direzione c’è già: scatterà l’8 e 9 giugno prossimi con le elezioni amministrative. Perché attraverso il voto ci si può finalmente sbarazzare una volta per tutte di tutti gli incompetenti e maldestri politici del Pd modenese e dei loro sodali, che hanno fatto di Modena e della sua sanità null’altro che un feudo politico, svuotato di tutto ciò che, ormai urgentemente, necessita la comunità'.