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“Nel Comune di Montese occorre ripristinare il servizio di continuità assistenziale notturno al 100% e riattivare il progetto di realizzazione della Casa della Comunità così come proposto dalla convenzione sottoscritta da Comune, Comitato di Distretto sociosanitario di Vignola, CTSS e Ausl di Modena alla quale non è stata data esecuzione. Lo si deve a uno dei Comuni da un lato con la popolazione più anziana a livello provinciale, dall’altro geograficamente più lontano dalle strutture ospedaliere”. A intervenire sulla questione che riguarda il Comune dell’Appennino modenese è il consigliere regionale di Rete Civica Progetto Emilia-Romagna, Simone Pelloni.
Il territorio del Comune di Montese è molto vasto e abitato in tutte le sue undici frazioni, il suo indice di popolazione anziana è superiore alla media provinciale e spesso questi anziani vivono soli con difficoltà nella mobilità.
Parallelamente in paese esistono diverse strutture sociosanitarie residenziali: tre case residenza anziani, di cui una con ospiti non autosufficienti, ed una quarta struttura per disabili. Gli ospiti di queste strutture necessitano evidentemente di servizi sanitari e ad oggi di notte non hanno in disponibilità né il medico né l'infermiere. Queste caratteristiche demografiche sono aggravate dal fatto che il Comune è tra i più lontani dai presidi di Pronto Soccorso, l’ospedale di Vignola dista 37 chilometri e quello di Pavullo 27.
“Ricordo che fino a pochi mesi fa Montese godeva di una buona continuità assistenziale con postazione di medico in guardia notturna dalle 20 alle 8, la guardia medica h24 festivi e prefestivi compresi, entrambi affiancati da un servizio qualificato di volontari AVAP e infermiere 118 h24 – rileva Pelloni con una interpellanza ad hoc appena depositata in Regione -. Ad oggi si è assistito a una evidente involuzione: il servizio di guardia medica festiva e prefestiva è stato dimezzato, con un’unica figura in condivisione al 50% con Zocca e, stando alle ultime determinazioni dell’Ausl di Modena, il servizio infermieristico del 118 verrà ridotto di 10 ore, così come in altri comuni della provincia. Per questo occorre evitare in tutti i modi ulteriori riduzioni e tagli dei servizi sanitari territoriali che minerebbero il diritto alla salute di chi abita a Montese e nei Comuni montani in genere. Siamo infatti convinti che la centralizzazione dei servizi sanitari, combinata all’eccessiva distanza dai Pronto Soccorso delle strutture socio sanitarie, non faranno altro che danneggiare i cittadini, incentivando ulteriormente il problema dello spopolamento della montagna. Una china che credo la Regione Emilia Romagna non possa permettersi”.
Redazione Pressa
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