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“La terribile notizia del femminicidio avvenuto a Modena rappresenta un ennesimo episodio di quella scia di sangue e violenza le cui cause generali sono da attribuirsi a quella cultura patriarcale che vede nelle donne e nei figli degli elementi di proprietà assoluta, sottoposti a un dominio totale, fino al punto di poter disporre della loro vita”: questo il commento dei parlamentari del Partito Democratico Vincenza Rando, Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari alla notizia del delitto consumato a Modena da parte di un uomo che avrebbe ucciso l’ex compagna a seguito di una vicenda giudiziaria legata all’affidamento dei due figli.
“Figli che ora – commentano gli esponenti DEM – saranno privati di entrambi i genitori da un gesto che, seppur evidentemente scellerato, non si può attribuire a un momento di follia: sono davvero troppi, e troppo sarebbe anche uno soltanto, gli episodi che, restituitici dalla cronaca, raccontano di compagni, mariti, amanti che uccidono le donne che teoricamente dicono di amare, vigliaccamente celando, dietro questo termine così bello e mai così abusato come in questi episodi, una volontà di possesso che non conosce limiti, e che non si ferma neppure davanti alla libertà di una donna di decidere autonomamente della propria vita. Le donne, così come i figli, non rappresentano una sorta di proprietà della quale si possa disporre come si crede: ma è solo iniziando dalla più tenera età, dai banchi di scuola, riflettendo in maniera appropriata e seria sui temi della libertà, dell’affettività e della relazione, che si potrà contrastare efficacemente una cultura patriarcale ancora così diffusa nel nostro paese.
Per porgere simbolicamente il nostro omaggio all’ennesima vittima di femminicidio nel nostro territorio, deporremo un fiore sulla panchina rossa presente nel parco di Viale Martiri della Libertà davanti alla Prefettura di Modena”.
Sul caso interviene anche la parlamentare del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, componente della commissione parlamentare sul femminicidio, che soffermandosi sulla situazione famigliare della coppia, giunge ad una riflessione sul tema delle bigenitorialità. “La donna da anni lottava per l’affidamento dei suoi figli. Dall’Autorità Giudiziaria austriaca aveva ottenuto la collocazione prevalente dei due figli minori presso la sua abitazione con diritto di visita del padre, poi aveva presentato un'istanza per ottenere l'affidamento esclusivo. A Modena forse era arrivata proprio per riprendere i suoi due figli, ma lì ha trovato la morte per mano del suo ex marito. Da anni dico che la bigenitorialità non può essere prevista a ogni costo, a maggior ragione quando si è in presenza di un genitore violento. Le donne non possono trovarsi in situazioni paradossali di affido congiunto in caso di violenza intrafamiliare, costrette a mostrarsi collaborative con ex compagni violenti per non perdere l'affidamento dei propri figli: non dobbiamo permettere che possano verificarsi tragedie come quella avvenuta a Modena. Purtroppo - conclude la parlamentare - mi giungono innumerevoli segnalazioni di donne che vivono questo calvario giudiziario e se non si interviene per modificare il quadro normativo, la lunga scia di sangue di donne ammazzate non si fermerà e noi continueremo a piangere sui cadaveri senza aver fatto nulla per prevenire”.
“Non potremmo mai definirci un Paese davvero civile, libero e sicuro se continueremo ad assistere continuamente a femminicidi” - commenta Massimo Mezzetti, neo sindaco di Modena che in una nota non tarda ad inquadrare il grave fatto 'nell'ennesimo caso di un uomo che non è riuscito ad accettare la fine del rapporto e ha deciso quindi di uccidere”.
“Un gesto orribile e gravissimo, l’ennesimo di questo anno in Italia - afferma Mezzetti che invita tutti a fare di più -. Tutti. A livello nazionale, regionale e anche comunale. Con i mezzi a disposizione del Comune, faremo la nostra parte. Per agire anche sulla prevenzione, per fare di tutto per sensibilizzare e fare in modo che davvero non accadano più fatti del genere. Il Comune di Modena si stringe intorno al dolore dei familiari della donna, a partire dai suoi due figli”.
Nella foto, il mazzo di rose deposto davanti alla cancellata della Caserma dei Carabinieri, in via Pico della Mirandola, dove nella tarda serata di ieri è stato parcheggiato il furgone con all'interno il cadavere di Anna
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>