Profughi a Montefiorino, sindaco: 'Struttura prefettizia inadeguata'

'Caro Prefetto l’incontro risale al mese di maggio e da quel giorno il sottoscritto non ha più avuto contatti nè tantomeno informazioni'
Ecco come il primo cittadino, in una lunga mail inviata al nostro giornale, formula la sua versione. Parole che si traducono in un attacco diretto alla Prefettura: 'La struttura prefettizia - afferma Paladini - è del tutto inadeguata alla gestione dei flussi migratori specie a fronte di un deciso incremento dei trasferimenti disposti dal ministero dell’Interno di richiedenti asilo'.
Premesso che nel mese di maggio ho accompagnato personalmente le suore della congregazione figlie della provvidenza dal Prefetto perché avevano manifestato la disponibilità ad ospitare profughi provenienti dall’Ucraina (eravamo in piena emergenza), riproponendo l’esperienza della parrocchia di Piandelagotti in comune di Frassinoro. Questo non significa distinguere tra bianchi e neri ma semplicemente precisare come si sono svolti i fatti.
Da quel giorno non ho più saputo nulla.
L’8 settembre la suora economa della congregazione mi ha inviato una mail dove chiedeva informazioni per sapere se la loro struttura “è ad uso accoglienza ma non si tratta di un’attività commerciale” e pertanto “Come possiamo dimostrare la possibilità di accoglienza senza avere una licenza o un’autorizzazione? La Congregazione non essendo un’attività commerciale dovrà pagare l’imu per l’accoglienza di questi profughi?”. Nella stessa giornata è stato sottoscritto il contratto di locazione biennale della struttura con la cooperativa Leone Rosso di Aosta, specificando al punto 1: “la locatrice concede in locazione alla conduttrice, che accetta, l’immobile meglio descritto in premessa, mettendo a disposizione n. 25 posti per l’accoglienza di cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio”.
Oggi prendo atto del comunicato della prefettura nel quale si afferma che “grazie alla fattiva collaborazione del sindaco di Montefiorino con il quale il Prefetto Camporota ha sin da subito avviato una interlocuzione”, ma sottolineo che l’incontro risale al mese di maggio e da quel giorno il sottoscritto non ha più avuto contatti ne tantomeno informazioni in merito al trasferimento dei profughi, tranne una telefonata con il Prefetto effettuata negli ultimi giorni di settembre per contestare l’arrivo inaspettato di 40 profughi, seguita da una mail alla quale, il giorno successivo ha risposto telefonicamente un funzionario, conclusa con un acceso battibecco. Qualora la prefettura fosse in possesso di documentazioni che possono dimostrare il contrario è pregata di darne diffusione.
Il comunicato prosegue affermando:
“che gli inserimenti, sono stati effettuati gradualmente a partire dall’11 e fino al 29 settembre, data in cui si è raggiunta la quota di 40 ospiti”, più assistenti (aggiungo io), in palese violazione del contratto sottoscritto che concedeva l’utilizzo della struttura per n.25 posti. Se lo avesse fatto un privato la struttura sarebbe già chiusa e il proprietario denunciato;
“che c’è un operatore fisso”, io ne ho visti due;
“che la preparazione dei pasti avviene sul posto”, anche questo non mi risulta, in cucina non ci sono tracce;
“che oltre alle figure previste dal contratto (psicologo, assistente sociale, operatore legale, direttore)”, mai viste da nessuno, “è stata assunta una ulteriore operatrice proveniente dal territorio”;
“che è in via di attivazione la rete Internet per consentire l’avvio delle lezioni in italiano da remoto e in attesa di contattare operatori del territorio”, ci avessero consultato avremmo potuto indicare personale già presente e disponibile immediatamente a prendere servizio;
“che tutti gli ospiti hanno ottenuto il codice STP”, non credo sia in grado di fornire prestazioni mediche e in caso di bisogno i profughi dovranno avvalersi dei nostri servizi sanitari, mai informati;
“che sono stati avviati positivi contatti con la locale parrocchia per l’organizzazione di attività di intrattenimento e socializzazione”, anche questo non è assolutamente vero perché la parrocchia, pur disponibile, non è stata contattata da nessuno;
“che per quanto riguarda i paventati rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica ad oggi non sono state segnalate particolari problematiche”. Già, ci mancherebbe, aspettiamo che succeda qualcosa poi, tutti a cospargersi il capo. “In ogni caso sono state attivate le necessarie interlocuzioni con l’Arma dei Carabinieri”, due unità, comandante e vice comandante che oltre al territorio del comune di Montefiorino prestano servizio anche su quello di Palagano.
Mi pare abbastanza evidente che tranne la personale cortesia del Prefetto Camporota, preoccupata anch’essa per il numero di profughi trasferito nel nostro piccolo comune, la struttura prefettizia sia del tutto inadeguata alla gestione dei flussi migratori specie a fronte di “un deciso incremento dei trasferimenti disposti dal ministero dell’Interno di richiedenti asilo”.
Maurizio Paladini - sindaco Montefiorino
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