Punti nascita, da Mirandola a Pavullo: promesse tradite di Bonaccini
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Punti nascita, da Mirandola a Pavullo: promesse tradite di Bonaccini

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Non solo non riapriranno i punti nascita in montagna, la Regione del governatore che promise la riapertura, ha contemporaneamente assistito impotente alla chiusura di fatto del punto nascita di Mirandola


Punti nascita, da Mirandola a Pavullo: promesse tradite di Bonaccini
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In fondo tradire la promessa di restare alla guida della Regione Emilia Romagna fino all'ultimo giorno non è così grave. Certo, dal punto di vista 'morale' non è il massimo, Stefano Bonaccini lo aveva detto proprio chiaramente 'ho un patto di fiducia con gli emiliano romagnoli e intendo onorarlo fino in fondo' (video sotto), ma davanti alle sirene europee, quel patto si è offuscato e se verrà eletto (cosa probabile) la Regione andrà a elezioni anticipate. Bello, ma non bellissimo, però non così grave come l'altra grande promessa mancata dal governatore emiliano che ora aspira a volare a Bruxelles.

Alla vigilia del voto del 2020 che lo consacrò per la seconda volta alla guida della Regione, Bonaccini disse: 'riapriremo i punti nascita come Regione siamo pronti a fare la nostra parte mettendo le risorse finanziarie, umane e organizzative'. Era il 13 gennaio di 4 anni fa, si sarebbe votato due settimane più tardi, come riporta correttamente questa mattina La Repubblica.
I punti nascita di Porretta, Borgotaro, Pavullo, avrebbero dovuto riaprire i battenti, invece nulla. Ora non se ne parla nemmeno più, nonostante i parti in ambulanza, le corse disperate in auto delle partorienti verso ospedali distanti oltre un'ora d'auto e tragedie di cui abbiamo dato conto negli anni. Ma non solo. Non solo non riapriranno i punti nascita in montagna, la Regione del governatore che promise la riapertura, ha contemporaneamente assistito impotente alla chiusura di fatto del punto nascita di Mirandola.
Una sospensione sine die, fatta in silenzio, davanti alla quale anche i candidati sindaci di Mirandola (a parte Cavazza del M5S), intervistati l'altra sera da La Pressa, sembrano arresi. La motivazione ufficiale è quella della sicurezza delle partorienti e il tetto delle 500 nascite all'anno. Motivazioni entrambe davvero poche solide. Innanzitutto per decenni migliaia di bambini sono nati a Pavullo e Mirandola senza particolari problemi e del resto la promessa di Bonaccini che senso avrebbe avuto se non fosse sicuro nascere in periferia. In secondo luogo è corretto parlare di sicurezza per una mamma incinta che vive a un'ora o due ore d'auto da un ospedale in grado di farla partorire? Infine è giusto ricordare che il numero di parti a Mirandola è stato forzatamente fatto scendere attraverso chiare indicazioni di trasferire i parti considerati più problematici a Carpi.
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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