Punti nascita, nuovo documento Ausl: per Mirandola e Area nord i riferimenti sono Modena e Carpi
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Punti nascita, nuovo documento Ausl: per Mirandola e Area nord i riferimenti sono Modena e Carpi

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E' quanto emerge dal Piano Integrato di Attività ed organizzazione (PIAO) 2023-2025 dell'Ausl di Modena. Nessuna condizione indicata per una possibile riapertura. Si conferma, nei fatti, la strategia dell'Ausl che ha portato alla chiusura del punto nascita di Pavullo prima e di Mirandola poi


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L'Ausl di Modena continua a definire la chiusura del punto nascita di Mirandola, disposta dalla stessa Ausl e dalla Regione (ufficialmente per carenza di personale), il 22 dicembre scorso, come una sospensione temporanea, ma allo stesso tempo nel nuovo documento di programmazione denomnato con l'ennesimo acronimo PIAO (Piano Integrato di Attività ed Organizzazione), approvato e pubblicato nei giorni scorsi a firma del Direttore Generale, la speranza di una riapertura svanisce come neve al sole. Non contemplata.

Non solo, nel Piano non si fa riferimento ad una ipotesi di ripristino delle condizioni (personale, numero di parti....), necessarie per riaprire il punto nascita, ma si continuano a citare i punti nascita degli ospedali di Modena e Carpi come riferimento per l'area nord. In un Piano che, lo ripetiamo, ha un orizzonte temporale di 3 anni, al 2025.
Un'area, quella di Mirandola, che definisce anche un distretto sanitario da più di 80.000 abitanti. Orfano di un centro ospedaliero che garantisca assistenza nel giro di una ventina di minuti alle gestanti. Del resto la chiusura dei punti nascita di Pavullo e Mirandola è stata frutto, negli ultimi 10 anni, di una evidente strategia dell'Ausl e della Regione. Una strategia che dal 2014 al 2017, in nome del processo di centralizzazione portato avanti dalla Regione, e per l'Ausl di Modena dalla dottoressa Maria Cristina Galassi, allora Direttrice della struttura complessa di Ginecologia ed ostetricia di Sassuolo, ha condotto alla chiusura del punto nascita del centro montano. Dirottando gradualmente sempre più parti verso Sassuolo.
Processo che in maniera analoga avrebbe poi interessato, 5 anni più tardi (in virtù della deroga concessa all'apertura dovuta alla ricostruzione sisma), il punto nascita di Mirandola.  Dirottando allo stesso modo sempre più donne ad essere seguite e a partorire a Carpi e Modena. Fino a creare le condizioni per cui la commissione tecnica sanitaria regionale, composta anche da componenti dell'Ausl di Modena, chiese nero su bianco alla Regione (ottobre 2022), di non concedere l'apertura del punto nascita di Mirandola dopo il 31 dicembre 2022. Non concedere una ulteriore apertura, seppur in deroga. 
Le ragioni per chiedere la chiusura del punto nascita di Mirandola emergevano chiaramente: carenza di personale, alti costi per ricorrere a cooperative esterne di medici e personale a gettone, pochi parti rispetto allla soglia dei 500 (anche se al 2021, nonostante il processo di centralizzazione e Carpi e Modena, i parti erano ancora 600), difficoltà nel fare lavorare in team i professionisti a gettone. In sostanza, per Mirandola, una replica delle procedure e degli atti che a Pavullo portarono a centralizzare i parti verso Sassuolo, riducendone il numero e gli standard di sicurezza, definiti proprio dal numero dei parti, e creando così il presupposto tecnico principale per supportare la richiesta di chiusura.  Allegata alla richiesta di deroga avanzata dalla Regione al Ministero. Che, in termini dozzinali ma emblematici, è come avanzare la richiesta di revisionare un auto allegando la dichiarazione in cui il meccanico che l'ha controllata ne consiglia la demolizione. 

Il 22 dicembre la richiesta della commissione tecnica sanitaria regionale di interrompere la storia del punto nascita di Mirandola fu esaudita e ne venne decretata la chiusura. La risposta della stessa dottoressa Galassi, oggi Direttrice del Dipartimento Materno Infantile dell'Ausl di Modena, a chi dopo il caso della donna di Finale Emilia che ha partorito in auto perchè il Policlinico era troppo lontano da raggiungere, conferma che per l'Ausl la chiusura del punto nascita sia più una scelta da difendere che da rivedere. Stessa risposta che tra l'altro la dottoressa Galassi diede nel 2018 quando giudicò la richiesta di riapertura del punto nascita di Pavullo sbagliata e non da perseguire e dichiarandosi, da responsabile, contraria. A differenza di quanto affermato dalla donna che avrebbe potuto affidarsi al punto nascita di Mirandola nel tempo in cui da casa era arrivata al tratto di straa in cui ha partorito, per Galassi fatti del genere prescindono dall'apertura o meno del punto nascita. In sostanza da fatti e atti ufficiali di ieri e di oggi non emerge nulla che faccia presagire ad una concreta volontà di Ausl e Regione non solo di riaprire ma anche solo di ricreare le condizioni necessarie per garantire una riapertura in sicurezza.

Gi.Ga.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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