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Si parte da un dato regionale: in Emilia-Romagna gli stranieri residenti rappresentano il 12,8% della popolazione, mentre la percentuale delle case popolari abitate da stranieri è del 40%. Uno squilibrio che si accentua se si guardano i primi posti nelle graduatorie, nelle quali la maggioranza degli affidatari di alloggi pubblici è composta da cittadini stranieri. Nei casi in cui il criterio delle residenzialità storica è stato applicato questo divario percentuale si è ridotto. In sostanza valorizzando la residenzialità storica nella rosa dei criteri di accesso agli alloggi popolari si è dato maggiore possibilità di accesso a coloro che da più anni risiedono nel comune in cui si trova la casa popolare e che presumibilmente hanno contribuito maggioramente, nella loro vita nel loro lavoro, alla realizzazione di quegli alloggi e al sistema di welfare locale.
Evitando di essere 'superati' del tutto o in parte, da chi, magari, è giunto da poco sul territorio. 'Eliminando questo criterio, Bonaccini e il PD, negano non solo l'opportunità per tutti i cittadini residenti in regione di potere avere accesso alle case popolari che hanno contribuito a realizzare, ma esautorano anche i comuni da decisioni che spettavano ai Comuni stessi' - affermano il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Ferdinando Pulitanò e il referente comunale del partito Luca Negrini, questa mattina in conferenza stampa con la capogruppo a Carpi e responsabile enti locali Annalisa Arletti, la capogruppo di Fratelli d'Italia a Modena Elisa Rossini, il consigliere regionale Luca Cuoghi e alla presenza del coordinatore regionale del partito, senatore Michele Barcaiuolo.
'Se fino a ieri era una scelta dei comuni introdurre e valorizzare in modo più o meno rilevante tale criterio, oggi questa libertà di scelta viene tolta per atto della Regione che ne nega l'applicazione. Un atto di grande arroganza per non dire di terrorismo politico'- sottolinea Negrini.
'Azzerare il criterio di residenzialità storica, significa togliere anche alle amministrazioni comunali, la possibilità di onorare anche il mandato elettorale' - ha affermato il coordinatore regionale Michele Barcaiuolo.
Tra le motivazioni esposte dalla Regione Emilia-Romagna alla base della decisione di eliminare il criterio della residenzialità storica nei requisiti di accesso agli alloggi popolari, ci sarebbe la necessità di aiutare i giovani nelle ricerche di un alloggio ed il fatto che i punteggi premiali basati sul requisito della residenzialità storica sarebbero discriminatori e penalizzerebbero criteri di valutazione più rilevanti per la situazione di bisogno come il reddito e il disagio abitativo. Punti che gli esponenti di Fratelli d'Italia contestano nel merito: 'questa norma - dicono - non solo non andrà a beneficio dei giovani che nel caso degli universitari sono soggetti ad altri meccanismi nell'accesso agli alloggi, ma andrà definitivamente a discapito di tutti gli italiani, giovani e italiani in primis'.
'A essere penalizzati in futuro, affermano gli esponenti comunali, provinciali e regionali di Fratelli d'Italia, saranno i cittadini che da più tempo vivono nelle nostre città e i cui bisogni non saranno più tenuti in considerazione: pensiamo soprattutto alle giovani coppie, ai più anziani, ai più fragili. Saranno loro i più colpiti nonostante siano stati proprio loro i contribuenti maggiori di questi servizi'.
E da queste premesse prende forma anche la mozione che Fratelli d'Itali presenterà in ogni comune della provincia dove c'è il gruppo Fratelli d'Italia. 'Vogliamo fare pressione sulla regione Emilia Romagna affinché questa decisione venga rivista'.
Redazione Pressa
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