'Sanità Emilia Romagna, prepariamoci a chiusura dei Pronto soccorso'

Arrivano i cosiddetti 'Cau'. La riorganizzazione della rete dell'emergenza-urgenza è stata approvata dalla Giunta regionale. Critiche da Forza Italia
La riorganizzazione della Rete dell’emergenza-urgenza, illustrata la settimana scorsa dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, in Commissione assembleare nel pomeriggio di ieri è stata infatti approvata dalla Giunta regionale, che ha licenziato le Linee di indirizzo per le Aziende sanitarie.
'Questa riforma, che attueremo in modo graduale e progressivo - spiega Donini- cambierà, in meglio, i servizi di cura e assistenza ai cittadini nelle situazioni di emergenza-urgenza. Non vogliamo correre il rischio della desertificazione dei Pronto soccorso, né chiudere i presidi sul territorio, né tanto meno privatizzare, come altrove sta avvenendo a causa della mancanza del personale sanitario. Ai cittadini diamo la garanzia che in emergenza, cioè a rischio vita, verranno presi in carico in modo ancora più rapido ed efficace. Mentre, per i bisogni di salute a bassa criticità, i cittadini potranno fare riferimento alla rete di Centri di Assistenza per le Urgenze (Cau), che costituiremo in prossimità dei grandi Pronti soccorso, in alcune Case della comunità, nelle strutture sanitarie territoriali già oggi caratterizzate da una gestione pressoché totale di codici bianchi e verdi, e in alcuni poliambulatori dei medici di medicina generale, risparmiando tempo a parità di efficienza di prestazione e di sicurezza. Parliamo di una riforma completa del sistema- conclude Donini- che non ha precedenti nel nostro Paese'.
'Con l’Istituzione dei Cau territoriali, inevitabilmente saranno chiusi dei pronto soccorsi e a tremare, come sempre, saranno le realtà più periferiche e politicamente meno forti. Ancora una volta l’assessore regionale Donini non sceglie, ma scarica la programmazione dei tagli su Ausl e CTSS'. Aggiunge Antonio Platis, capogruppo Fi in Provincia di Modena.
'È evidente che la riforma sarà applicata a macchia di leopardo in tutta la regione e probabilmente la nostra provincia sarà quella con i tagli più significativi ai PS, perché già oggi è ricorsa in modo massiccio ai medici a gettone e alle cooperative private per coprire i turni in diversi nosocomi. Situazione che non si verifica, ad esempio, nel bolognese in quanto quell’Ausl Bo ha attivato diverse forme di negoziazione con i medici per incentivarli a scegliere i loro ospedali. Ricordo – chiosa l’azzurro - che eliminando anche i PS dagli ospedali vengono meno, conseguentemente, gli anestesisti e quindi le condizioni per mantenere attivi gli interventi chirurgici di medio livello in queste strutture. In poche parole si rischia di avere grandi poliambulatori nei centri della provincia e accentrare l’ospedale vero e proprio solo nei capoluoghi. Rischio che la “buona Politica” deve scongiurare. Già oggi – sottolinea Platis – oltre il 50% della flotta stradale del 118 modenese esiste solo grazie al volontariato. Sono 26 i mezzi di soccorso ‘pubblici’ attivi, contro i 29 offerti dalla Croce Rossa, ANPAS e Confraternite della Misericordia. Questo dato dovrebbe far riflettere e non poco'.
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