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Savignano, chiusi i ricorsi Cave: il Comune dovrà rimborsare 533.000 euro

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Su tre sentenze emesse dal Consiglio di Stato circa i contenziosi riguardanti le attività estrattive nel passato due danno ragione al Comune e una no. E così l'attuale amministrazione dovrà fare fronte ad un onere derivante dalle precedenti. E' lo stesso comune a spiegare la situazione


Savignano, chiusi i ricorsi Cave: il Comune dovrà rimborsare 533.000 euro
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'Nei giorni scorsi il Comune di Savignano ha ricevuto l’esito di tre sentenze emesse dal Consiglio di Stato circa i contenziosi riguardanti le attività estrattive (le c.d. cave), che hanno visto coinvolto il territorio savignanese negli anni passati. Due di queste sentenze hanno dato un esito favorevole, mentre la terza ha visto condannare il Comune al pagamento di 533.000 euro (valore stimato dal Consiglio di Stato ma in corso di verifica per gli effettivi costi sostenuti) a favore della Coop. “Il Mulino”, una delle società che erano state parte degli accordi sulle attività estrattive nel 2008'. A darne notizia è lo stesso Comune di Savignano sul Panaro.

'Tale sentenza, la n.2532/2024 del 15 marzo 2024, arriva a seguito del ricorso in appello presentato nel 2018 dalla ditta, successivamente al respingimento da parte del TAR della sua richiesta di risarcimento, derivante dal mancato rispetto da parte del Comune di un accordo che garantiva alla ditta il pagamento del valore delle opere di interesse pubblico dalla stessa realizzate.

Il Consiglio di Stato si è quindi pronunciato a favore della Società cavatrice, alla quale il Comune dovrà versare una somma di denaro corrispondente al valore delle opere che essa aveva realizzato sul territorio, come da accordo raggiunto con il Comune'.

'Infatti, l’amministrazione in carica in quegli anni aveva formulato un accordo con la Società per la concessione a svolgere le proprie attività estrattive dietro un compenso verso il Comune sia da denaro che da “opere compensative” di interesse pubblico, alcune delle quali, vennero effettivamente realizzate, prima ancora dell’inizio dell’attività estrattiva. L’amministrazione successiva (decennio 2009-2019), decise di interrompere ogni rapporto con tale società e di sciogliere unilateralmente l’accordo, senza corrispondere alcunché e, anzi, affermandosi parte danneggiata. La condanna arrivata nei giorni scorsi, obbliga invece il Comune di Savignano al pagamento delle suddette opere sul presupposto che la collettività ne ha effettivamente beneficiato.

L’attuale amministrazione comunale si trova quindi un’eredità scomoda: dovrà estinguere un debito passato, frutto delle scelte di due amministrazioni con visioni politiche opposte, con un impegno per le casse comunali di oltre mezzo milione di euro. Somma che in parte sarà coperta dal “fondo contenzioso”, un fondo previsto da legge e presente nel bilancio comunale (fortunatamente tenuto inalterato durante questi cinque anni), volto a fronteggiare tali eventualità, mentre la restante cifra a copertura della condanna, andrà reperita dal bilancio comunale - chiude il Comune -. Discorso differente per le altre due sentenze emesse dal Consiglio di Stato, dove il Comune ha prevalso sui ricorrenti (Coop. “Il Mulino” e “Calcestruzzi Vignola S.r.l”). I ricorsi, respinti per motivi di forma, vedevano il Comune esposto con richieste di risarcimento danni dell’ordine di decine di milioni di euro (sentenze n. 2877/2024 e 1704/2024)'.

Nella foto una immagine generica di cava nel comune di Savignano, non collegata ai fatti descritti

Redazione Pressa
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