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Rischio alluvioni: i comitati contestano l'assessore Priolo e al teatro di Bomporto scoppia il caos

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Finale animato della conferenza pubblica con Aipo, Regione e Protezione Civile sulle opere realizzate e da realizzare per migliorare la sicurezza idraulica del nodo modenese. Il mancato adeguamento della cassa di espansione del Secchia al centro della discussione. Aipo conferma: 'Progetto al via'. I comitati sbottano: 'E' 20 anni che va fatto'


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Circa due ore di relazioni degli ingegneri Aipo Massimo Valente e Gianluca Zanichelli, introdotti dalla relazione dell'Ingegner Francesca Lugli, dell'Agenzia Regionale di Protezione Civile e conclusi dall'intervento dell'assessore regionale all'ambiente Irene Priolo. Per illustrare ai cittadini interventi successivi all'alluvione del 2014  effettuati per migliorare la sicurezza idraulica del nodo modenese. Il più critico in Emilia-Romagna e uno dei più critici d'Italia. L'alluvione del 2014, con il collasso arginale del Secchia a San Matteo di Modena, ha segnato uno spartiacque. Dopo anni di sostanziale immobilismo che seguirono alla realizzazione negli anni 70 e 80 delle casse di espansione sul Secchia e Panaro, il 2014 ha segnato quasi un anno zero per gli invetimenti e gli interventi per la sicurezza idraulica.

Fatto sta che gli interventi che hanno riguardato soprattutto le arginature di Secchia e Panaro a valle delle rispettive casse di espansione (per il primo a piene TR50 e il secondo per piene TR20), non sono stati ancora accompagnati da uno degli interventi struturali più attesi da anni, ovvero l'adeguamento a piene con Tempi di Ritorno TR50 il sistema della cassa di espansione del Secchia. 



Fino ad ora, e almeno negli ultimi dieci anni, il disastro generale anche per Modena, e senza nulla a togliere a quello di Nonantola del 2020, è stato evitato quasi esclusivamente non tanto dagli interventi, pur significativi come quello a valle e monte di Ponte Alto, che sono stati realizzati, ma dal fatto che la provincia di Modena è stata per così dire 'graziata' da eventi importanti di piovosità e di piena che non hanno mai superato un tempo di ritorno superiore ai 20 anni.

E che ha consentito al sistema, soprattutto a quello del Secchia, di reggere, nonostante la sua inadeguatezza rispetto ad eventi piena con tempo di ritorno 100 ma anche solo 50.
Nemmeno nel 2020 e nemmeno a nel maggio scorso. Tempo di Ritorno 20 su cui in questi anni, successivi al 2014, è stato adeguato, a valle delle casse di espansione di Marzaglia e nell'asta che da Campogalliano attraversa Modena, Bastiglia e si dirige verso la bassa, il sistema arginale del Secchia.
Perché prima del 2014 e di fatto fino alla recente conclusione dei lavori di rafforzamento e livellamento, il sistema arginale del Secchia non era adeguato nemmeno ad un livello minimo di piena. Ovvero quello a cui è dimensionata la laminazione della cassa di espansione che da circa 20 anni attende un intervento di adeguamento a TR50. Ed è proprio sui ritardi dei lavori di adeguamento della cassa, alla laminazione di piena TR50 e che prevederebbero la demolizione dell'attuale sbarramento e la ricostruzione di uno nuovo dotato, come quello sulla cassa di espansione del Panaro, di paratoie per la regolazione manuale, che la discussione si è animata.

A punzecchiare e a ricordare a tecnici e politici su quanto gli interventi messi in campo in questi anni sul fiume Secchia abbiano migliorato la risposta ma solo in caso di piene piccole, non portando ad alcun innalzamento della capacità di gestione di eventi superiori, sono stati i referenti dei comitati Arginiamo, Secchia e Salute Ambientale. 'Sono 20 anni che se ne parla ma ancora non si è mosso nulla e questa sera siamo qui ad ascoltare dagli stessi tecnici Aipo che hanno scritto da anni nelle loro relazioni che era necessario intervenire' - afferma Silvestri del Comitato Secchia rivolgendosi all'ingegnere Gianluca Zanichelli, autore di una dettagliata relazione tenuta a riferimento in ambito scientifico e politico sullo stato del nodo idraulico post alluvione. Relazione nella quale erano ben chiare criticità e priorità. Molte delle quali rimaste nel libro delle raccomandazioni. 'La messa in sicurezza secondo i protocolli nazionali deve garantire l'adeguamento a piene grandi quelle centenarie e questo non sta avvenendo da almeno dieci anni'.

Ma è proprio Zanichelli che su questo punto spiega e rassicura: 'Sono opere complesse con passaggi complessi che hanno bisogno del loro tempo. Che nel caso degli interventi sulla cassa è prossimo'. Interviene su questo punto anche l'Ing. Valente. 'Attendiamo solo il via libera della Direzione Generale Dighe. Il progetto c'è, il finanziamento pure. Potremmo affidare il progetto già la prossima estate'.

La serata in cui si è svolta anche la presentazione del progetto del sollevatore delle acque dal Naviglio al Panaro per difendere il comune dal rischio di alluvione in caso di piena del panaro, chiusura porte vinciane e innalzamento del livello del naviglio e saturazione della cassa di espansione di prati di San Clemente, è proseguita con la relazione dell'Assessore Irene Priolo. Interrotta dal disappunto di alcuni cittadini in platea tra cui alcuni rappresentanti dei comitati. 

L’atmosfera si scalda quando la stessa parla dell’evento meteo del maggio 2023 che ha portato catastrofe in romagna e, afferma la Priolo, un piena importante anche a Modena nei confronti della quale il sistema ha retto, anche grazie ai miglioramenti apportati. I rappresentanti dei comitati sbottano e riportando i dati tecnici della piena di maggio a Modena. Piccola, piccolissima, al di sotto del TR20 ma che, nonostante ciò, ha creato uno stato di allerta e la chiusura dei ponti. 'Non per piena grande ma per l'inadeguetezza del sistema' - dicono. 'Non vogliamo essere presi in giro' - affermano i comitati. L'assessore Priolo fatica a riprendere il discorso. Il sindaco invita a moderare i toni e ad uscire chi continua a parlare. Saranno gli stessi cittadini ad abbandonare la sala. L'assessore Priolo riprende ma genera mugugni e critiche quando parla per la Romagna di una piena con tempo di Ritorno 1500 anni. 'Dati a caso mai riportati da nessuna parte, come i 4,5 miliardi di metri cubi caduti nei due eventi del maggio 2023 in Romagna e ripetuti più volte da Bonaccini ma ridimensionati poi dall'Università di Modena a 780 milioni di metri cubi' - fanno notare alcuni esponenti dei comitati. A quel punto sono altri ad andarsene. 'Siamo pronti a confrontarci su tutti gli aspetti' - promette l'assessore Priolo ormai allo scoccare della mezzanotte, 'ma credetemi. Fino ad ora 100 milioni di euro sono stati investiti e spesi in opere concluse. In questi anni non si può dire non si siano fatti sforzi e le cose non siano migliorate'.

Gianni Galeotti


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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